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Ron Arad
Cose di cui la gente non ha veramente bisogno
di Deyan Sudjic

postmedia 2003
112 pp.
-- 92 illustrazioni
isbn 9788874900091



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Di fatto ci sono solo due tipi di designer.
C’è il designer industriale, che accetta i vincoli e ne ricava il più possibile.
Poi c’è il designer totalmente guidato da un’idea,
che spende tutte le forze per rendere possibile quell’idea.
Rolf Fehlbaum



In questo libro Deyan Sudjic ripercorre tutta la carriera di Ron Arad, da outsider del design (lui, un israeliano che ha studiato a Londra) a figura di primo piano del design internazionale, dal pragmatismo del piccolo laboratorio alla produzione in serie realizzata da grandi nomi come Kartell, Moroso, Magis, Vitra, Alessi... Un percorso di formazione che scorre parallelo ai grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni: la progettazione virtuale ma, soprattutto, l’entrata in scena di grandi gruppi industriali che propongono un design popolare a basso costo che minaccia l’alto profilo dei nomi più prestigiosi. Iconoclasta, stravagante, inventivo, eclettico, Arad ha coltivato nel tempo la grande ambizione culturale di creare mobili che venissero visti, almeno in parte, come arte. Secondo Sudjic, "La sua carriera ha esplorato il difficile territorio tra arte, architettura e design, mostrando una resistenza alle categorizzazioni che non si è rivelata sempre facile".





Deyan Sudjic nasce nel 1952 a Londra. Si laurea in architettura alla Edinburgh University nel 1976. Nel 1983 fonda la rivista "Blueprint". Dopo undici anni lascia la direzione della rivista, ma continua a scrivere di architettura e design. Dal 2000 al 2003 è stato direttore di "Domus". Nel 2002 ha curato la VIII edizione della Biennale di Architettura di Venezia. Ad eccezione del catalogo della biennale questo è il primo libro di Deyan Sudjic in lingua italiana.


recensione Umberto Rovelli, "IdeaMagazine", marzo 2004

Con un linguaggio piano e persuasivo, il libro di Sudjic dà conto di tutto ciò. Rispetto all'originale edizione inglese Ron Arad. Cose di cui la gente non ha realmente bisogno, presenta forse un impianto iconografico meno suggestivo ma l'interesse dell'opera risiede particolarmente nel plot possedendo, inoltre, elementi di interesse anche non strettamente legati all'attività di Arad. E' il caso, ad esempio, delle numerose notazioni rinvenibili circa l'attività imprenditoriale italiana dell'ultimo ventennio. Note attente e puntuali che, pur nella loro sporadicità, determinano comunque una costellazione descrittiva, un modello in nuce che potrebbe rivelarsi di qualche utilità per comprendere sviluppi e potenzialità delle imprese italiane di design nel terzo millennio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ø Introduzione
ø Mi piace perchè mi ricorda il sedile di un'auto
ø Penso che mi terrò il mio Bang & Olufsen
ø Ombra del tempo
ø Da Neal Street a Chalk Farm
ø Vitra Editions. Una sedia ben temprata
ø Conversazione con Rolf Fehlbaum
ø Arte e design
ø Cose di cui la gente non ha veramente bisogno
ø Da Udine a Bologna e ritorno
ø Il bancone di Stefano
ø Fitzcarraldo a Tel Aviv
ø Bookworm: viaggio nel prêt-à-porter
ø Dallo showroom al centro commerciale
ø Architettura e design
ø Design nei musei
ø Sport
ø Fantastica Plastica Elastica
ø La RTW pronta per l'uso
ø Un Totem per Domus
ø Non ha neanche un vero tetto
ø Chiamalo Red Tape
ø Uova in sette minuti
ø Quando Kartell lo farà di plastica
ø Fuori misura. B.O.O.P.S
ø Il progetto Piper
ø Biografia
ø Indice dei nomi