Rolling Stone

 

Manuale per giovani artisti
L'arte raccontata da Damien Hirst

di Damien Hirst e Gordon Burn

postmedia 2004
240 pp.
-- 163 illustrazioni
isbn 9788874900114




21,00

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Non mi faccio illusioni. Non penso di essere il miglior artista di tutti i tempi. Ma ho scoperto molte cose lungo la strada e devo passarle ai giovani artisti impegnati a fare lo stesso viaggio. Ho pensato che non sarebbe male se questo libro fosse una specie di manuale per giovani artisti e spero che in un certo senso lo sia. È molto importante passare tutte le informazioni che ho raccolto a gente che ha la stessa rabbia di quando ho iniziato io.
Damien Hirst


Manuale per giovani artisti
è la registrazione di tredici incontri tra Damien Hirst e Gordon Burn realizzati nell'arco di dieci anni: dalla prima mostra all'Institute of Contemporary Art di Londra fino ai più recenti successi. Il libro è un affascinante racconto, un'auto-biografia dettata con parole semplici al registratore dello scrittore Gordon Burn, che ricostruisce i primi 40 anni dell'artista che per molti e' l'artista più importante degli ultimi dieci anni, simbolo del boom della "Young British Art" e della ripresa economica dell'Inghilterra nello scorso decennio, ma soprattutto una persona che ha una visione dell'arte vera, che travalica ogni categoria e pregiudizio, un vero e proprio decalogo per chi è poco informato sull'arte contemporanea, ma che sorprenderà anche chi è convinto di sapere tutto di tutti. Provocatorio, romantico, irriverente, trasgressivo, sempre profondo, Damien Hirst ripercorre tutta la sua carriera, dall'infanzia nei quartieri popolari di Leeds ai primi passi al Goldsmith College di Londra, dal mito di Francis Bacon all'incontro con Charles Saatchi e Larry Gagosian, passando attraverso la musica, l'arte, l'amore, la droga e la vita. Un resoconto completo e senza peli sulla lingua su uno degli artisti più popolari e controversi del nostro tempo.















postmedia books

Damien Hirst - recensioni

"Con un finale tutto da scrivere, questo è anche un libro furbo; potrebbe comodamente essere uscito dalla mente di Irwine Welsh o essere la sceneggiatura ideale di un nuovo capitolo di Trainspotting . La traduzione di Robecchi fila liscia e il testo conserva intatto lo spirito schietto e diretto dell'originale inglese. Si legge tutto d'un fiato e si rilegge volentieri, magari per scoprire qualche messaggio subliminale dietro ad una battuta, un aneddoto. "E' facile raccontare stronzate ai vivi, ma non è altrettanto facile dirle a chi non è ancora nato". Ma ci si diverte pure, come quando dice: "Mi immagino David Bowie che torna a casa, va da suo figlio e gli dice: hai una vaga idea con chi stai parlando?". Oppure: "Se tutti ti dicono che sei un genio sei sulla buona strada per diventare un coglione". Non si può non leggere questo libro, perché dalla biografia di Hirst esce un resoconto completo di 15 anni di arte contemporanea. Ed è per questo che, pur non essendolo, porta il titolo di manuale. "Molte delle cose migliori accadono dopo che le hai fatte, si tratta di errori fortunati. Come quando ho fatto la mucca e il vitello [Mother and Child Divided], le zampe non toccavano per terra, e mi è piaciuto. E' stato un errore, avevo preso male le misure. Però siccome non toccava il terreno, è diventata questa cosa fluttuante, trascendentale. Grandioso."
(Alfredo Sigolo, Exibart, giugno 2004))


"Damien Hirst si è subito distinto, all'interno del gruppo, per eccezionali capacità organizzative e autopromozionali che lo hanno portato, nel giro di quindici anni, alle più alte posizioni della fama artistica, grazie anche all'abile manipolazione di personaggi influenti quali critici come Norman Rosenthal della Royal Academy, galleristi come Nicholas Serota della Tate Gallery e collezionisti privati, e grazie soprattutto al suo forte spirito ribelle e dissacratorio, alle sue opere scioccanti e stranianti di eccezionale impatto emotivo: Hirst, infatti, ha sempre saputo che per diventare celebri bisogna essere riconoscibili, nel bene o nel male, bisogna produrre un'emozione indimenticabile, piacevole o ripugnante, bisogna essere unici."
(Vilma, Supereva)