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Anna Valeria Borsari
Una mattina imprecisata di marzo del 1999, Anna Valeria Borsari appende due dipinti ovali che ritraggono i volti di un uomo e una donna, su una parete di una casa diroccata in attesa di demolizione situata in uno storico quartiere di Milano. Sul posto non vi sono indicazioni che rimandano all'artista, i volti si mostrano per quello che sono, senza didascalia, allo sguardo dei passanti. Dopo qualche settimana, in un incontro a più voci all'Accademia di Belle Arti di Brera, Anna Valeria Borsari è invitata a presentare il suo lavoro agli studenti, occasione privilegiata per capire. A fine agosto, sulle pagine della cronaca cittadina del «Corriere della Sera», esce un articolo dove sono descritti i due quadri e il senso di sospensione innescato dalla loro presenza in quella posizione insolita, ma soprattutto la giornalista racconta i tentativi messi in atto per cercare di capire chi li abbia realizzati e poi collocati proprio su quella parete e per quale motivo: sia il custode del palazzo, che pure era presente la mattina in cui sono stati appesi, sia un residente nato e cresciuto nel quartiere, così come una pittrice seduta al tavolo di una caffetteria non hanno indizi sufficienti per aiutarla a ricostruire la vicenda. Il mistero resta senza soluzione, l'artista non esce allo scoperto. Inizia così la storia pubblica di Spaccato urbano (1999), nel modo migliore che si potesse immaginare. One morning in March of 1999, in one of the historical quarters of Milan, Anna Valeria Borsari hangs two oval paintings on the wall of a dilapidated house which had been condemned for demolition. One picture is of a man, the other of a woman. Where the pictures are hung, there are no signs referring to the artist, the faces in the pictures to the glance of the passersby are just as they are. And so begins the public history of Spaccato urbano (Urban Rupture) (1999). Emanuela De Cecco analyzes at a short distance this artwork relating it to other episodes of the artist's production where are addressed with extreme lucidity as well the implications aroused by the artworks' presence in the urban spaces. |
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