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i quattro criteri della musica elettronica
robin maconie
massimiliano viel
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Karlheinz Stockhausen
Sulla musica
a cura di Robin Maconie
introduzione di Massimiliano Viel
postmedia books 2014
formato 146x210mm
160 pp. --
isbn 9788874901142
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16,90
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Se consideriamo le grandi personalità del Novecento, Stockhausen si distingue come una delle forze più creative nella musica contemporanea. Figura controversa e a tratti contraddittoria Stockhausen in queste pagine mostra di essere semplicemente inafferrabile nella vastità delle sue riflessioni e allo stesso tempo di una lampante chiarezza nella sua visione della musica e del mondo. Stockhausen ha investigato a fondo tutti gli aspetti del suono nelle sue composizioni e nella sua ricerca teorica; era attratto dall'idea di un controllo totale del processo compositivo grazie, anche, al contributo dell'elettronica. In queste conferenze e interviste si delinea anche il suo tentativo, come teorico e insegnante, di considerare la musica all'interno del quadro più ampio della cultura dell'uomo.
Nel 1971 Stockhausen arrivò in Inghilterra per una serie di concerti pubblici e di conferenze. Era di umore allegro e comunicativo. Le sue conferenze furono un notevole successo poiché trattavano di fronte a un pubblico sostanzialmente di non specialisti argomenti della musica contemporanea che erano estremamente complessi e fino ad allora ritenuti esoterici, con un linguaggio da profani. Chi è interessato alla personalità di un grande compositore, troverà in questi testi un autoritratto che sarebbe difficile ottenere in altro modo. I musicisti, siano essi compositori, studenti e insegnanti che si occupano della nuova musica, vi troveranno invece un significato più profondo.
Robin Maconie
Stockhausen è stato di volta in volta additato come kitsch, elitario, intellettuale, naive, inascoltabile, troppo semplice, antiarmonico, neotonale, nazista, esterofilo, pazzo, antiespressivo. Insomma di lui e della sua musica è stato detto di tutto, ma questo è il prezzo da pagare per chi decide di smettere i panni civili per diventare non semplicemente una figura pubblica, ma un simbolo, un bersaglio in piena luce, specie se, come in questo caso, si tratta di una personalità complessa e non facilmente riducibile a un solo semplice stereotipo di massa e che è quindi perfettamente adattabile alle necessità di chiunque voglia costruire una propria identità.
Massimiliano Viel
Prima di studiare queste trascrizioni, uscite in inglese nel 1989 e solo oggi proposte in Italia a cura di Robin Maconie, vale la pena di riscoprire i video di quelle lezioni, disponibili nel catalogo Stockhausen Verlag. Il nudo testo non rende giustizia
all'aura del momento. Lo sguardo febbrile, la fronte convessa, i capelli sulle spalle e una sorta di lunga redingote, il quarantaquattrenne caposcuola calca la scena come un incrocio tra il giovane Goethe e un predicatore marziano. Improvvisa scioltamente in inglese di fronte a una platea dalle cravatte improbabili sfoggiando un elegante accento British, e ogni sua frase trasuda intelligenza, carisma e profetica immodestia. Sembra quasi scontato che la storia del nuovo linguaggio musicale debba coincidere con quella della sua esperienza di scrittura, o quantomeno rapprendersi in essa. Dalle opere emblematiche degli anni cinquanta si giunge così per successivi esempi ai più tardi Mikrophonie, Momente e Kontakte, miniature di universi possibili, protocolli e soluzioni esemplari di problemi. È affascinante
indovinare tra le righe gli sforzi profusi da Stockhausen per concettualizzare il proprio operato sul piano analitico e tecnico, dotandosi di nuovi strumenti descrittivi e categorie capaci di sorreggere il discorso anche dove la terminologia tradizionale non bastava. Nel suo idioletto dell'epoca abbondano concetti ad hoc come "gruppi", "eventi", "masse", "momenti", "piani", "formule", "membra" ecc., introdotti per descrivere principi inediti di organizzazione del suono e dell'accadere...
L'indice (recensione di Francesco Peri)
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