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Guida socio-gastronomica d'Italia
Il 28 luglio 2018 Fabrizio Bellomo lascia la sua mansarda a Milano dopo che a maggio aveva chiuso uno dei suoi luoghi preferiti, "L'Albero Fiorito" la storica trattoria friulana di via Pellizzone, gestita dalla famiglia Riet. Ormai insofferente a una Milano succube del suo greenwashing, lo storytelling per cui in città tutti blablano di rigenerazione urbana senza pensare che le foreste sono orizzontali, l'artista torna a sud e in viaggio pensa alle vongole fujute, alla trattoria da Giovanni a Roma e a "I Valenza" a Torino, a Maria L'Inzivosa e per far sì che non l'abbiano vinta quei bar sui Navigli dove ti fanno pagare 18 euro una pasta e ceci l'autore decide di dedicare i suoi editoriali a un'Italia che scompare.
Un viaggio per l'Italia – fra vecchie trattorie, pellicole cinematografiche d'autore e versi di cantautori, fabbriche siderurgiche abbandonate e architetture fatiscenti, ricette culinarie di matrice popolare e contadina – e ristoranti cinesi o turchi a conduzione famigliare. Trattorie milanesi, romane o di Tirana – come punti di vista privilegiati per osservare le epocali trasformazioni antropologiche, dovute alla messa a regime economico di un'altra abbondante parte delle nostre città. Come dei borghi più piccoli – depredati da un turismo imperante. Un andirivieni su e giù per l'Italia, percorso in treno, a piedi, sui mezzi pubblici o in sella a vecchie motociclette – alla ricerca di un'umanità scappata (e che tenta ancora di scappare) "...come pesci alla rete della Storia", per dirla alla Montale. Una raccolta di editoriali e piccoli racconti pubblicati (o rifiutati) da una serie di testate, fra il 2017 e il 2020.
In fondo credo che la tua sia una critica ai meccanismi del capitalismo, all'accentramento di ricchezza, all'uniformazione dell'offerta turistica e, sul piano alimentare, alle monocolture – infatti paragoni gli ulivi pugliesi messi in ginocchio dalla Xilella con la quantità di case veneziane presenti su Airbnb e ora vuote a causa del Covid. C'è qualche strada percorribile per evitare di trovarci schiacciati da meccanismi di questo tipo?
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postmedia books | Fabrizio Bellomo (Bari 1982), lavora modellando materiali d'archivio, con il video e attraverso installazioni pubbliche. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive (Biennale di Architettura di Venezia 2018, Macro di Roma, Triennale di Milano, KCB di Belgrado), attraverso diversi progetti pubblici commissionati (MuFoCo Milano e ICCD Roma), film festival (38 Torino Film Festival, 34e Cinemed – festival international du cinéma méditerranéen de Montpellier, 55 Festival dei Popoli). Per Postmedia Books ha pubblicato: Le persone sono più vere se rappresentate (2013) e Meridiani paralleli e pixel (2017). Ha scritto per Artribune, Exibart, Il Fotografo, Elle Decor, Zero, l'edizione pugliese di La Repubblica e ha scritto inoltre diversi editorial per Il Magazine del Sole 24 Ore, molti dei quali parte di quest'ultimo volume. |
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