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Isole, arte, spazio pubblico
Nel teatro delle due maggiori isole italiane, la Sardegna e la Sicilia, si sono succedute, a partire dalla fine degli anni Sessanta, esperienze diversificate di interventi ambientali che ricalcano la complessità e la varietà del panorama nazionale. Nel libro si prende in esame una selezione di casi eterogenei per modelli di intervento, dal carattere installativo alla progettazione partecipata, per la varietà di contesti – dallo spazio urbano alla dimensione paesaggistico ambientale –, per le questioni che riguardano la committenza pubblica e privata. Alcuni esempi sono di riconosciuta importanza storica e hanno contribuito ad alimentare il dibattito su scala nazionale: Legarsi alla montagna di Maria Lai, il Grande cretto di Alberto Burri, il cantiere per la costruzione di Gibellina nuova. L'analisi considera in modo particolare la specificità della condizione insulare indagando sulla rilevanza che le questioni identitarie, così distintive e cariche di implicazioni sul piano ideologico e socio-politico, hanno avuto sulle scelte degli artisti, sugli obiettivi delle politiche culturali, sui meccanismi di ricezione delle opere e sui processi partecipativi. Dalla lettura e da un prezioso confronto con l'autrice, è emersa la novità di questa ricerca, ovvero portare nel dibattito relativo all'arte nello spazio pubblico la questione dell'identità territoriale declinata nello specifico contesto isola. È infatti attraverso la lente critica degli island studies, campo di ricerca interdisciplinare che riflette su come la condizione insulare influenzi non solo la geografia di un territorio, ma anche la sua dimensione sociale e culturale, che questo libro analizza e rilegge interventi di arte ambientale realizzati in Sicilia e Sardegna dagli anni Sessanta ad oggi. [...] Lontano da un'idealizzazione di queste esperienze, il volume di Ladogana ha quindi voluto non tanto ricostruire una traccia esaustiva delle buone pratiche per fare arte nello spazio pubblico oggi, ma piuttosto introdurre nel dibattito contemporaneo il tema del contesto insulare come fatto significativo e specifico, da problematizzare e considerare non solo quando si parla di nuovi interventi, ma anche in merito ai processi di restauro e valorizzazione che stanno oggi interessando molti dei siti trattati, come la nomina di Gibellina "Capitale italiana dell'Arte contemporanea" per il 2026. A mio avviso, si offrono poi spunti preziosi anche per noi come visitatori e visitatrici, per attraversare gli spazi con una consapevolezza che è postura fondamentale, soprattutto in territori corrosi dall'impatto del turismo di massa contemporaneo.
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postmedia books | Rita Pamela Ladogana insegna Storia dell'arte contemporanea all'Università degli Studi di Cagliari. E' responsabile scientifico del MUACC - Museo Universitario delle Arti delle Culture Contemporanee e della Collezione Sarda Luigi Piloni (Università degli Studi di Cagliari). è codirettrice di MEDEA Rivista Internazionale di Studi Interculturali. Ha pubblicato studi su temi iconografici legati alla costruzione dell'ideologia fascista e lavori monografici su Filippo De Pisis e Pio Semeghini. Gli interessi di ricerca relativi alla cultura artistica della Sardegna sono confluiti in contributi su Maria Lai, Pinuccio Sciola, Francesco Ciusa. Si è occupata di arte pubblica in Sardegna con particolare riferimento agli interventi di Costantino Nivola e Rosanna Rossi.
Rita Pamela Ladogana | Isole, arte, spazio pubblico | Postmedia Books 2025 |
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