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introduzione
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INDEX ARCHITETTURA
Archivio dell'architettura contemporanea
di Bernard Tschumi e Matthew Berman
postmedia books 2004
240pp. -- 238 illustrazioni
isbn 9788874900176
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16,00 . |
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"Come facciamo a infondere agli architetti il coraggio di ammettere che non conoscono tutte le risposte?
Una scuola di architettura dovrebbe coltivare nei suoi studenti amore per la disciplina e la convinzione che gli architetti come i registi, i pittori, i filosofi e i matematici abbiano la capacità di offrire riflessioni intelligenti sul mondo."
Bernard Tschumi
INDEX documenta la reciproca influenza tra la pratica dell’architettura e il suo insegnamento. Grazie al lavoro svolto da studenti e insegnanti della Facoltà di Architettura della Columbia University, questo manuale di consultazione non documenta soltanto il lavoro più sperimentale, ma è una registrazione delle teorie sull’architettura degli ultimi dieci anni, un periodo in cui la progettazione è stata radicalmente alterata dalle nuove tecnologie digitali. Testi, interviste, citazioni e immagini sono organizzate secondo un indice alfabetico di parole chiave (ad esempio, alla lettera C troviamo: cambiamento, capitale, catastrofe, catia, chimera, città, clienti, , clienti, contesto, collaborazione, collage, competizione, complessità, componente, computer, comunicazione, concetto, confine, convergenza). I riferimenti incrociati permettono l’approfondimento di concetti attualmente discussi in ogni campo e sono frutto della collaborazione di architetti, ingegneri, scienziati e teorici tra i quali: Stan Allen, Karen Bausman, Lise Anne Couture, Kathryn Dean, Kenneth Frampton, Leslie Gill, Thomas Hanrahan, Laurie Hawkinson, Steven Holl, Jeffrey Kipnis, Sulan Kolatan, Greg Lynn, William MacDonald, Reinhold Martin, Mary Mcleod, Victoria Meyers, Hani Rashid, Jesse Reiser, Nanako Umemoto, Mark Wigley...
Marco Enrico Giacomelli, "Bollettino Telematico dell'Arte", maggio 2004
Nel numero di ottobre del Giornale dell'architettura, l'editoriale di Carlo Olmo parlava di "totem e tabù", riferendosi al celebre testo di Sigmund Freud. Ebbene, questo Index produce almeno un doppio effetto nei confronti del lettore italiano: da un lato, rende ancor più evidente come l'interdisciplinarietà costituisca appunto un granitico tabù nelle Facoltà di architettura, dall'altro testimonia di situazioni assai diverse in altre regioni. Non è certo questa la sede per soffermarsi sulle ragioni di ciò, radicate - per dirla con poche e imprecise parole - nella nefasta congiunzione di corporativismo ed eredità crociana. In questo senso, questa lettura può servire da paragone, se non da modello, per approcci differenti all'insegnamento.
Il testo nasce dall'esperienza degli ultimi quindici anni maturata alla Graduate School of Architecture, Planning and Preservation (GASP) afferente alla Columbia University. Un periodo durante il quale la direzione di Bernard Tschumi ha permesso a una fra le scuole più celebri al mondo di affrontare senza troppe complicazioni il passaggio dall'analogico al digitale, evitando quelli che potevano essere sterili entusiasmi, che avrebbero immancabilmente condotto a mistificazioni tecnologiche, spesso diffuse in area statunitense.
Il dato principale che emerge da questa sorta di vocabolario è la polifonia: nei vari lemmi, spesso interviene più di un autore, facendo segno verso una visione dell'architettura unitaria ma non monolitica. Gli interventi - estratti da interviste, pubblicazioni e lezioni magistrali - si debbono a collaboratori più o meno assidui della School: tra gli altri vanno citati, oltre ai curatori, Asymptote (Hani Rashid & Lise Anne Couture), Leslie Gill, Steven Holl, Jeffrey Kipnis, Greg Lynn e Mark Wigley. Proprio la struttura del libro permette di affrontare autonomamente ogni singolo argomento, senza dover seguire un percorso predefinito e dunque muovendosi secondo modalità ipertestuali che stimolano approfondimenti e collegamenti inauditi. Perciò il tema della frontiera e del confine pare il più interessante, per tornare al tema dello scambio proficuo fra discipline, ambiti e tecnologie. Si possono così osservare con rinnovato interesse e inediti punti di vista coppie spesso vissute in maniera antinomica e scoprirne stimolanti connessioni: teoria/pratica, reale/virtuale, elaborazione digitale/costruzione… Al termine - ammesso che ciò si possa dire per un ipertesto - ne scaturisce un campo di forze reticolare che non può far altro che innervare nuovi pensieri e nuove pratiche: del progettare, del costruire, dell'abitare.
Elena Lucchi su "Modulo" n.342, giugno 2008
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