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Tecno-socialità
Oggi le parole d'ordine dell'arte contemporanea sono partecipazione, interazione, interattività, coinvolgimento dello spettatore.
Tutto il XX sec. si è configurato come un progressivo cammino di consapevolezza dell'artista nei confronti del ruolo dello spettatore. L'opera d'arte non va più solo guardata, contemplata o interpretata, ma deve essere agita, vissuta, partecipata. In questo modo l'osservatore di opere d'arte non è più un semplice spettatore, ma diventa fruitore, assume cioè un ruolo attivo nella relazione con l'opera d'arte. Dalle forme di sperimentazione percettiva e meccanica – Arte Optical, Cinetica e Programmata – a quelle fisiche e motorie – arte ambientale, situazionismo, happening, performance – dalle pratiche di partecipazione sociale e politica – come l'arte relazionale, partecipativa e di comunità – alle formulazioni che implicano una sempre maggior utilizzazione dei media tecnologici e digitali – videoinstallazioni, opere interattive, video ambienti immersivi – per arrivare ai modelli di interazione tecno-sociale nell'era della post-medialità – realtà aumentata e virtuale, telepresenza e reti telematiche – sempre più di frequente il pubblico è destinatario ultimo e attore primo del processo creativo.
L'interattività diventa una delle principali modalità di produzione e fruizione artistica contemporanea mirante al coinvolgimento di uno spettatore attivo nelle fasi di genesi e ricezione dell'opera. Quest'ultima non risiede quindi nell'oggetto, ma nel processo dinamico che si instaura fra chi la crea e chi la fruisce.
L'"arte che esce da sé", in senso positivo, e si prolunga verso lo spettatore può svolgere una funzione di orientamento alternativo rispetto alla mercificazione dell'esistenza e ai "modelli di sviluppo" alienanti e massificanti dell'età post-tecnologica, spostando il suo baricentro da una creazione individuale a una creazione collettiva, dall'opera compiuta al processo aperto, dalla centralità dell'artista "genio" a una centralità dello spettatore, con una circuitazione totalmente diversa, gratuita e molto più partecipata degli eventi artistici. In uscita in questi giorni, il nuovo saggio di Chiara Canali, Tecno-socialità.
Partecipazione e interattività nell'arte contemporanea (Postmedia, pagine
240, euro 24) fa una storia dettagliatissima delle nuove tecnologie applicate all'arte, dai pionieri degli anni Settanta fino ai nostri giorni. Documentazione preziosa da tenere vicino per orientarsi. Apprendiamo che le nuove possibilità offerte via via dalla tecnologia hanno propiziato un'arte partecipativa, interattiva, dove il ruolo del fruitore va molto aldilà del semplice guardare: egli si rende partecipe dell'opera stessa nella sua versione ultima; ultima per lui, perché il prossimo visitatore la farà volgere in modo diverso. Qui è veramente impossibile riassumere la densa informazione del libro...
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postmedia books | Critica d'arte, giornalista e curatrice indipendente. Ideatrice e promotrice di eventi artistici e iniziative culturali, nel suo percorso critico Chiara Canali ha dedicato particolare attenzione alle nuove tendenze dell'arte contemporanea, dai New Media alla Street Art. Ha organizzato numerose mostre e progetti per enti privati, tra cui Italian Factory, Fabbrica Borroni, Superstudiopiù, Brerart e istituzioni pubbliche come la Fabbrica del Vapore di Milano, il MAR Museo d'Arte della Città di Ravenna, il Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia. Tra i curatori-tutor del Premio Artivisive San Fedele, dal 2012 cura annualmente il progetto di arte urbana StreetScape nelle piazze e nei cortili dei musei di Como e dal 2016 è Direttore Artistico di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, che si svolge ogni anno nella città di Parma, in collaborazione con il Comune e una rete di partner istituzionali e privati. Dottore di ricerca in "Scienze Umane" all'Università degli Studi di Perugia, insegna Storia dell'Arte Contemporanea e Linguaggi Artistici dei Nuovi Media all'Università eCampus. |
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