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Prisa Mata
Da Tangeri a Marrakech, passando per il deserto di Merzouga scalandone a piedi le sue dune; dalla bianca Tétouan alla blu Chefchaouen ai colori dell'Atlante, senza nascondere la fascinazione per la strada. È una geografia molto personale quella che si delinea in questo diario marocchino, così come è molto intimo il racconto. Non è il resoconto di un viaggio ma il risultato, messo nero su bianco, dell'impellenza di fissare sensazioni, l'ostinazione di trattenere bellezza attraverso una narrazione semplice e partecipata. Accantonate immediatamente l'idea di entrare nelle pagine di una guida turistica, e tantomeno quella di scoprire novità trendy: qui siamo di fronte alla semplice esperienza, all'imprevisto all'angolo, a un totale libero arbitrio rispetto a tempi e spazi da indagare. Così è, se vorrete stare al passo. "Rispetto alla necessità di partire più di tanto non posso spiegarvi. Ognuno, al viaggio, trova il suo perché. In queste pagine troverete invece tutto quello che mi ha "ispirato" del Marocco. Un tour di venti giorni senza lussi, imposizioni o prenotazioni, per attraversare e riconsiderare tutto il possibile di un Paese vicino e lontanissimo. E visto che "nomi e cognomi" di alberghi, riad e ristoranti (rigorosamente senza indirizzi) sono in bella vista, questo strano testo forse potrebbe essere d'aiuto a chi cercasse un'ingenua suggestione per innamorarsi di un frammento di mondo, o un innesco per mettersi in cammino".
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postmedia books | Matteo Bergamini (Carpi 1984 - vive a Milano) è giornalista d'arte contemporanea, critico, un po' curatore e viaggiatore. Attualmente è Direttore Responsabile della testata exibart.com e collaboratore per il settimanale D La Repubblica. Nel 2019, insieme all'Associazione ArtCityLab e a Carlo Vanoni ha coordinato la prima edizione di "BienNoLo", la biennale d'arte milanese. Ha pubblicato, per postmedia books, il libro "Francesca Alinovi", co-curato con Veronica Santi, e organizzato per Vanilla Edizioni il volume "Un musée après" dedicato all'omonimo progetto fotografico di Luca Gilli. È membro di AICA – International Association of Art Critics. Nel biennio 2010-2011 ha lavorato per il trimestrale Confine Art Magazine come Direttore Editoriale e negli stessi anni ha scritto per varie testate tra cui Juliet Art Magazine e DDN Design Diffusion News. Tiene lezioni in veste di visiting professor in istituzioni pubbliche e private ed è stato giurato in diversi premi e iniziative dedicati alla promozione dell'arte di oggi. |
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