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Da spazio nasce spazio

Manifesto del design...

 

 

 



Design del non-finito
L'interior design nella rigenerazione degli "avanzi"
di Luciano Crespi



postmedia books 2023
192 pp. 94 ill. 
isbn 9788874903498

s 21,00

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L'esplosione del neo-nomadismo e la moltiplicazione in tutto mondo di una nuova specie di spazi non più utilizzati, definiti "avanzi", pongono dei problemi teorici cruciali rimasti irrisolti. Che ruolo può assumere l'interior design nella questione irrimandabile della rigenerazione degli edifici non più utilizzati e nella riqualificazione degli spazi aperti urbani? Può essere portatore di una nuova estetica degli ambienti, capace di rappresentare le inquietudini e le peculiarità dei modi di abitare contemporanei? Questo libro vuole dare una risposta a questi interrogativi attraverso una ricerca trasversale che abbraccia architettura, design, filosofia, antropologia, sociologia e musica. Vengono documentate le esperienze più rappresentative, per distribuzione geografica, varietà di destinazione d'uso e rigore formale, della diffusione del nuovo approccio progettuale nella trasformazione di questi spazi, definito design del non-finito. Con saggi di Marianna Guernieri, Luciano Crespi, Martí Guixé, Cesare Stevan e Davide Fassi.

Ed ecco finalmente un volume che rintraccia le origini di questo modo di progettare. Individua e sintetizza dei filoni che intersecano la sociologia, la filosofia, l'architettura, l'arte, il design, la musica e l'antropologia. Siete in procinto di capire meglio perché ci sentiamo così a nostro agio in luoghi che non hanno i connotati che siamo stati educati a pensare come 'giusti': non sono iperestetizzati, patinati, lucidati, o forzatamente spettacolari. Spoiler alert. Grazie alle generose citazioni con cui Luciano Crespi costruisce questo viaggio nel non-finito, scopriamo gli ultracorpi tecnologici che invadono lo spazio domestico, capiamo in profondità il significato del neo-nomadismo nelle nostre vite, di come in Italia a fronte di 2,3 milioni di famiglie senza casa ci siano 20 milioni di stanze vuote, del concetto di continuità tra le vecchie funzioni di un luogo abbandonato e quelle nuove, come ad esempio nel caso delle chiese abbandonate; del potere trasformativo degli oggetti in un ambiente, delle case di oggi che sono sempre più "case protesi" o "case albergo" e meno "case guscio"; di come si abiti ovunque ma sempre en passant e di come la casa sia diventata simbolo della propria capacità di scelta; dei passati mitici in cui "avevamo di meno ma immaginavamo di più" e della necessità di imparare ad abitare nuovamente il mondo. Si parla di omologazione e standardizzazione, di un'architettura che non deve più necessariamente essere fatta da edifici ma da relazioni e dove la riscoperta dei valori simbolici degli ambienti domestici ci ricorda come con le nostre mani possiamo modificare il mondo. Consiglio di leggere il libro tuffandovi subito nel calidarium della prima e seconda parte, per poi allargare lo sguardo verso le considerazioni di Cesare Stevan e consolidare il tutto nell'inquadramento dell'Introduzione, preparandovi a comprendere meglio le origini di questo prurito spaziale contemporaneo.
_ Marianna Guerneri

Il mondo degli interni contemporanei viene qui trattato a partire da un punto di osservazione del tutto eccentrico rispetto a ciò che comunemente si intende per Interior Design o architettura degli interni. Disciplina che continua a riscuotere un grande consenso di pubblico, che la considera come una competenza indirizzata a rendere più gradevoli i luoghi che abitiamo, soprattutto le nostre case, e quindi più felici le nostre vite. A ciò si accompagna l'idea, incoraggiata dai media, che chiunque eserciti questo mestiere goda di grande prestigio, percepisca redditi favolosi e conduca un'esistenza invidiabile. A capire cosa effettivamente sia non aiutano i siti enciclopedici presenti sulla rete, a cominciare da quello più frequentato, vale a dire Wikipedia. Che alla voce Architettura d'interni recita: "L'architettura d'interni o architettura degli interni (talvolta designata tramite l'ibrido: design degli interni, o l'anglicismo: interior design) è la progettazione degli spazi e degli oggetti d'uso comune all'interno di un luogo chiuso, sia esso un'abitazione privata, un esercizio commerciale, uno spazio ricettivo, un ambiente di lavoro". E aggiunge che tutto ciò viene svolto prestando "particolare attenzione agli aspetti pratici e funzionali del vivere lo spazio". Come Adolf Loos ha coniato la memorabile definizione che "l'architetto è un muratore che ha studiato il latino"2, da questa descrizione si potrebbe arguire che l'Interior Designer sia "un decoratore che ha studiato gestione del cantiere".
_ Luciano Crespi

Che cosa ci racconta lo scritto e qual è la ragione di accennare agli aspetti "filosofici" di tali argomenti? Secondo l'Autore il design del non-finito vuole attribuire agli "avanzi, luoghi che hanno smesso di svolgere la funzione per cui sono stati realizzati, un carattere rappresentativo delle condizioni di provvisorietà, precarietà, transculturalità, proprie del secolo da poco iniziato".
_ FolderOnline


 

 

 

 

 

postmedia books

 

Luciano Crespi si è laureato in architettura al Politecnico di Milano ed è professore ordinario di design. Dopo avere insegnato nella Facoltà di Architettura è stato tra i fondatori nella Scuola di design del corso di laurea di design degli interni. E' direttore del master IDEA in exhibition design e del master internazionale in urban interior design. All'attività didattica affianca quella di ricerca, come coordinatore del gruppo DHoC (Interior design for Hospitable Cities) e di sperimentazione progettuale. Nel 1999 è stato tra i curatori della mostra "Marco Zanuso architetto" alla Triennale di Milano. E' stato presente alla Biennale di Venezia del 2006 nella sezione "Città di pietra". A Milano ha progettato l'edicola di piazza Cordusio. Ha scritto molto sul rapporto tra design e cultura tecnologica e ultimamente sulla nozione di neotopie come dispositivi urbani in grado di riscattare porzioni di territorio dal loro destino altrimenti atopico. Per Postmedia Books ha già pubblicato Da spazio nasce spazio (2012).

 

 

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