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Le insidie delle immagini

Dopo l'arte

 

 



Imparare a guardare
Dispacci dal mondo dell'arte
di Alva Noë



postmedia books 2023
176 pp.
isbn 9788874903641

 

s luglio 2023
 

Leggere un capitolo qualsiasi del nuovo delizioso libro di Alva Noë è come visitare una mostra, un'opera teatrale, un concerto, un film - con un amico caro e gentile che si dà il caso sia più intelligente, più perspicace e più eloquente di quanto si possa essere. Che scriva della performance artistica di David Bowie o dei dipinti della figlia di Vermeer, Alva Noë riesce a cogliere sia i particolari dell'opera di cui parla sia le implicazioni filosofiche, cioè come essa getti luce su cosa significhi essere umani. Noe sostiene il potere trasformativo dell'arte, ma ci arriva vendendo i suoi piaceri.
_ Blake Gopnik

 

Imparare a guardare è un viaggio attraverso la natura dell'arte e i modi in cui può trasformarci, se glielo permettiamo. L'autore di Infinite Baseball, Alva Noë, presenta una raccolta di saggi brevi e stimolanti che esplorano il modo in cui sperimentiamo l'arte e cosa significa essere un "osservatore". Sperimentare l'arte vuol dire lasciare che faccia il suo lavoro su di noi e richiede pensiero, attenzione, concentrazione. Richiede un atto creativo, anche da parte di chi guarda. Ed è in questo processo di confronto e riorganizzazione che le opere d'arte possono portarci a rifare noi stessi. Spaziando in lungo e in largo, da Pina Bausch a Robocop, da Bob Dylan a Vermeer, Noë utilizza l'incontro con opere d'arte specifiche per entrare in un mondo di questioni affascinanti, come il modo in cui la filosofia e la scienza sono rappresentate nei film, cosa dice la biologia evolutiva sull'arte o il ruolo di reliquie, falsi e copie nella nostra esperienza di un'opera. I saggi di Learning to Look sono brevi, accessibili e personali. Ognuno di essi nasce da un incontro con l'arte: in un museo, ascoltando dischi o andando a un concerto. Ogni saggio è a sé stante, ma nel loro insieme formano un quadro intimo del nostro rapporto con l'arte. Articolando attentamente l'esperienza di ciascuno di questi incontri, Noë propone che, come la filosofia, l'arte sia una sorta di tecnologia per comprendere noi stessi. In parole povere, l'arte è un'opportunità per noi di creare di nuovo noi stessi.

 

Le opere d'arte a volte ci lasciano senza parole. Ma quasi mai ci ammutoliscono. Non possono. C'è troppo da dire. Parlare d'arte non lascia le cose come stanno; cambia tutto. Guardare, pensare, dire cosa si vede o perché si risponde in un certo modo: tutto questo cambia ciò che si vede ed il modo in cui si risponde. Lo sforzo e la cura ci trasformano. Ci trasformano nel momento stesso in cui ascoltiamo la canzone, esaminiamo il dipinto o guardiamo il film. Questo, ovviamente, non è un fenomeno esclusivo dell'arte. Ciò che ho appena delineato vale per tutte le esperienze e costituisce in realtà il principio fondamentale della vita: la vita è un processo di crescita e di riorganizzazione, un processo che prende avvio nel momento preciso in cui agiamo per la prima volta, in quanto ci riorganizziamo e ci sviluppiamo in risposta al modo in cui ciò che facciamo cambia ciò che subiamo, come avrebbe detto Dewey. Ma l'arte mira a questo; c'è arte per poter rifare noi stessi, e anche per poter cogliere noi stessi nell'atto di questo rifacimento. L'arte richiede la creazione, anche da parte di chi la guarda. Yogi Berra aveva ragione: si possono vedere molte cose osservando. Ma l'osservazione – lo sforzo e la cura – richiede pensiero, attenzione, concentrazione. Può essere un gioco, ma anche un lavoro. L'arte propone sempre un compito, che non è né facile né ben definito. Si tratta di questo: cercare di percepire, di mettere a fuoco ciò che è lì. Se lo si fa, ci si scopre svelati e, in minima parte, ricomposti. La cosa importante da accettare è che non otteniamo tutto questo – lo stupore, il piacere, il disvelamento e la riorganizzazione – solo per il prezzo d'ingresso. Dobbiamo partecipare, attivarci, lanciare pensieri e reazioni contro le opere stesse, posizionarci per riafferrarli al volo e lasciare spazio alle emozioni, che non sempre sono positive. Questo è ciò che solitamente facciamo con altre persone di un campo che si è andato formando attraverso le nostre risposte, parole, discussioni. Le opere d'arte sono strane provocazioni. A volte ci offendono; più spesso ci lasciano indifferenti, impassibili, persino annoiati. Ma questo non ne pregiudica il valore. I pezzi qui raccolti sono esercizi per dare all'arte, e a me stesso, il tempo di lasciare che qualcosa accada; provo a fare il mio lavoro in modo che l'arte possa fare il suo. Questo libro si lega ad Infinite Baseball, che ho pubblicato nel 2019. Come quel libro, anche questo rielabora scritti pubblicati originariamente tra il 2010 e il 2017 nella mia rubrica settimanale su 13.7: Cosmos and Culture, un sito web di scienza e cultura gestito dalla National Public Radio. La maggior parte dei brevi saggi sono stati scritti mentre lavoravo al mio libro del 2015 Strange Tools: Art and Human Nature (Strani Strumenti. L'arte e la natura umana, Einaudi 2022) e scaturiscono dalla stessa curiosità che ha alimentato quel progetto. Il titolo è preso in prestito dal famoso Learning to Look di Joshua C. Taylor, che è stato il primo libro sull'arte che abbia mai letto.
_ Alva Noë (dall'introduzione)

 

Indice
Soup è un anagramma di Opus _ I Am Sitting in a Room _ Quaranta altoparlanti in una stanza _ Due mani sinistre _ Arte rupestre _ Il potere della performance _ Brividi a buon mercato al Whitney _ A caccia di balene con Turner _ Toglimi il fiato! _ Parlare, disegnare, ballare _ Bestie da spiaggia in movimento _ Far funzionare l'opera _ Uomo irrazionale _ I filosofi di RoboCop _ Indicare la via della liberazione in Star Trek: Voyager _ Una sintesi imbarazzante _ La lezione di anatomia _ L'importanza di essere vestiti _ L'arte del cervello _ Volti e maschere _ L'occhio filosofico _ La macchina da presa e la danza _ Perché i film in 3D sono così brutti? _ La narrazione e la "valle del perturbante" _ Guardare negli occhi di Rembrandt _ Questo non è uno zoo _ La natura dell'arte _ La tosse e il significato dell'arte _ Va bene se l'arte è noiosa? _ L'opportunità della noia _ Arte placebo _ Le opere d'arte sono reliquie? _ Le riproduzioni nell'era dell'originalità _ Chi era Vermeer? _ Come amare un falso _ I monumenti _ L'arte della natura _ Evoluzione estetica _ Bowie, cheesecake, sesso e il significato della musica _ La letteratura di Dylan _ Ciò che è nuovo è vecchio _ L'arte performativa di David Bowie: un ricordo _ All Things Shining _ Tu dici "pomodoro" _ Che cos'è un fatto? _ Flussi di meme _ Adele nella Goldilocks Zone _ La mente nel mondo naturale: la fisica può spiegarlo? _ L'arte ai limiti delle neuroscienze

Conversare, per Noë, vuol dire fare una mossa in un processo in corso, rimaneggiare un materiale, recuperarlo, campionare, mixare, fare un pastiche. Di questo parlano i saggi qui raccolti: Dj che manipolano il suono degli altri, star della musica pop-rock che rubano stili o nomi, bestie costruite con materiali di scarto, furti memetici, coreografie di coreografie, agencies confuse, compositori che copiano e ricopiano, apprendisti in bottega, collezionisti e truffatori.
_ dall'introduzione di Antonio Ianniello

 

 


 

 

 

 

 

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Alva Noë | Imparare a guardare | Postmedia Books 2023