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Bill Viola
Questa monografia si compone di sei capitoli: una breve ricognizione degli studi; un capitolo centrale in cui sono messi a fuoco temi e figure della produzione artistica e concettuale dell'artista: la funzione dell'arte, il ruolo dello spettatore, la centralità della figura umana, le installazioni ambientali. Nel terzo capitolo si esamina il passaggio dal video en plein air al set e la rappresentazione di una iconografia proveniente dalla storia dell'arte. Il quarto capitolo tratta le opere del ciclo The Passions; i due ultimi capitoli temi trasversali come la relazione fra suono e immagine e le figure del tempo. Bill Viola nasce a New York nel 1951. Nel 1969 si iscrive alla facoltà d'arte della Syracuse University, a Syracuse (New York), dove studia pittura e musica elettronica; contemporaneamente suona come batterista nel gruppo dei Rain Forest di David Tudor. Dal 1974 al 1976 è operatore video e direttore tecnico di Art/Tapes/22, a Firenze, il primo atelier di produzione di videoarte. Nel 1976 è artista residente presso il WNET/Thirteen Television Laboratory di New York (1976-81) dove ha modo di lavorare con le più avanzate risorse della tecnologia. Alla Biennale di Venezia del 1996 viene dedicato all'artista il padiglione americano. Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 2008, Kira Perov cura una grande mostra delle opere di Bill Viola.Muore a Long Beach nel 2024. Per configurare una ricognizione degli studi su quasi cinquanta anni di attività artistica di Bill Viola – circoscrivendola in area franco-italiana-anglo-statunitense – ho consultato i cataloghi delle sue mostre, diretta emanazione del suo modo di produrre e pensare le opere, in cui l'artista raccoglie disegni progettuali, note descrittive, documentazione fotografica, appunti, schizzi che attestano l'avvio del percorso ideativo: un accurato apparato che attiene alla pre-produzione (dell'opera) e alla post-produzione (della mostra). Questo rigoroso processo di documentazione, associato all'estrinsecazione enunciativa dell'artista stesso attraverso i suoi scritti e le conversazioni con studiosi, curatori, direttori di centri d'arte e musei in ambito internazionale, in gran parte fornisce la ricostruzione del processo e del modo produttivo delle sue opere.
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postmedia books | Valentina Valentini ha insegnato arti performative e arti elettroniche e digitali a La Sapienza, Università di Roma. Ha dedicato vari studi storici e teorici al teatro del Novecento: Nuovo teatro Made in Italy (Bulzoni, 2015), pubblicato anche in inglese (New Theater in Italy: 1963-2013, Routledge 2018) e il relativo sito web; Drammaturgie sonore (Bulzoni, 2012), Mondi, corpi, materie.Teatri del secondo Novecento (B. Mondadori, 2007, pubblicato in inglese da Performance Research Books, 2014); alle interferenze fra teatro e nuovi media (Teatro in immagine, Bulzoni, 1987) e alle arti elettroniche (Medium senza Medium, Bulzoni 2015; Le pratiche e Le storie del video, Bulzoni, 2003). Pubblica su riviste nazionali e internazionali (Performance Research, PAJ, Biblioteca Teatrale, Close Up, Imago). E' responsabile del network www.sciami.com. |
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