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Cominciamenti
Questa seconda edizione di Cominciamenti (la prima è del 1988) manifesta una attitudine, recente, a rileggere il percorso della video arte, sia attraverso studi che ricostruiscono storie /eventi significativi, che interventi di restauro conservativo di opere video, restituiti alla fruizione pubblica, come anche progetti di censimento e schedatura degli archivi di videoarte. Il paesaggio disegnato da Cominciamenti ci conduce su temi di cui siamo più consapevoli oggi rispetto a trenta anni fa, basilari per la costituzione di una storia della videoarte in Italia, ossia di un repertorio di opere preservate e riconosciute come bene di interesse culturale. Emerge quindi il tema che oggi siamo abituati a delineare come archivio, di cui caso emblematico è quello di art/tapes 22. Mandare in onda Identifications e Land Art, attraverso i canali televisivi di tutto il mondo", per Gerry Schum e per molti degli artisti che aveva coinvolto, significava interrompere il triangolo galleria–studio–collezionista: «Quando questo traguardo sarà raggiunto, il triangolo cesserà di esistere», sosteneva Daniel Buren, che auspicava che i musei acquistassero le opere video degli artisti e li mettessero a disposizione «più o meno nel modo in cui funzionano le biblioteche pubbliche». [ Valentina Valentini ] Il fatto che questi elementi di tempo, spazio e dematerializzazione divennero così intrinsecamente presenti nell'arte visiva, come mai prima d'allora, spiega il perché il video divenne il mezzo adatto per alcuni artisti "visivi". [ Dorine Mignot ] Gerry Schum è stato uno dei primi a riconoscere l'enorme raggio d'azione della televisione. Il tempo che la gente trascorre a guardarla è inversamente proporzionale al tempo che trascorre a leggere un quotidiano oppure un libro. È tempo ormai che gli artisti si impossessino delle trasmissioni televisive, che comincino ad usare la televisione come mezzo espressivo in modo massiccio. È così sin dalla loro infanzia. Schum avrebbe solo dovuto organizzare i suoi affari in modo migliore. [ Walter De Maria ] Gerry Schum ha presentato modi alternativi di fare e mostrare l'arte contemporanea ad un vasto pubblico, e per questa ragione si sente moltissimo la mancanza della sua presenza. Ogni espansione delle possibilità che riguardano il triangolo studio-galleria-collezionista deve essere una buona cosa. Creare alternative percorribili è della massima importanza, forse ancor più ora, dopo che Schum ha iniziato per primo a lavorare con la televisione. [ Hamish Fulton ]
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Valentina Valentini insegna arti performative e arti elettroniche e digitali, Sapienza, Università di Roma. Ha dedicato vari studi storici e teorici al teatro del Novecento: Nuovo teatro Made in Italy (Bulzoni,2015), pubblicato in inglese da Routledge (New Theater in Italy: 1963-2013) e il relativo sito web; Drammaturgie sonore (Bulzoni, 2012), Mondi, corpi, materie.Teatri del secondo Novecento (B. Mondadori, 2007 in inglese pubblicato da Performance Research Books, 2014); alle interferenze fra teatro e nuovi media (Teatro in immagine, Bulzoni, 1987) e alle arti elettroniche (Medium senza Medium, Bulzoni 2015; Le pratiche e Le storie del video, Bulzoni, 2003). Pubblica su riviste nazionali e internazionali (Performance Research, PAJ, Biblioteca Teatrale, Close Up, Imago). E' responsabile per Alfabeta2 del Teatro e del network www.sciami.com.
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