Fallimento
Con questo libro Teresa Macrì analizza il concetto di fallimento come antitesi della dimensione ostentativa del successo. Pressoché rimosso dalla sfera della coscienza contemporanea – predisposta sull'efficienza della prestazione e sul conformismo dei canoni – il fallimento viene invece rilanciato, come energia rigeneratrice e ricostituiva attraverso l'opera d'arte e, al tempo stesso, rinvia alla metafora del fallimento ideologico, politico e culturale della società consumistica. _ La disfunzionalità riscattata _ Il rischio annunciato _ La ripetizione ossessiva _ L'utopia immaginata _ La metafora straniante _ L'antagonismo produttivo _______________ La storia dell'arte è una concatenazione di voli e cadute, di accensioni e sprofondamenti, di conquiste e crolli. Tra questi sommovimenti si interpongono delle intermittenze, degli interregni dialettici che provano a ritessere la relazione tra l'io e il mondo. Il fallimento è la condizione necessaria al moto del pensiero poiché lo mina nelle sue certezze e lo potenzia insinuando il dubbio e l'inquietudine. Tutto nasce da una
lunga riflessione sui
miei fallimenti, una dimensione che tutti
conosciamo. Quello più
grande è il fallimento ideologico e politico
della mia generazione:
ero un'attivista
del movimento
studentesco del '77... Era inevitabile che nell'epoca della ipertrofia delle immagini, il pensiero critico subisse un appiattimento, cedendo all'infotainment. Non credo però alla debâcle della critica, perché come Hannah Arendt sono convinta che "Chi critica ha a cuore il mondo perché prende sempre partito per esso" e dunque non depone le armi alla sua banalizzazione. Fino a quando i libri della Krauss, di Foster, di Bourriaud, Groys, Didi-Hubermann, e altri circoleranno nelle Università e nelle Accademie la critica d'arte manterrà la sua vitalità. Forse, se si distoglie lo sguardo dai fasti del neopop trionfante ( vedi Koons e Hirst) è possibile vedere una sorta di estetica del fallimento farsi strada nel mondo dell'arte contemporanea: un'estetica che dà voce e forma alla crisi di visione, al disagio dell'esistere, al crollo di ogni certezza. È quella che traccia nel saggio, intitolato, appunto Fallimento, la critica Teresa Macrì raccontando il lavoro di una serie di artisti – anche molto lontani tra loro – che con questo sentimento del mondo hanno avuto a che fare, da Bruce Nauman a Tacita Dean, da Francis Alÿs a Fischli & Weiss e molti altri. Non è un caso che il più famoso artista italiano vivente, Maurizio Cattelan, abbia costruito la sua opera proprio sull'idea di impossibilità e di fine. Dalle mostre negate ( celebre quella in cui appese semplicemente il cartello " torno subito" sulla porta chiusa della galleria il giorno dell'inaugurazione) allo scoiattolo suicida di bibidi bobidi bu: per quanto ironica e irriverente tutta la sua opera sembra costruita su una ossessione della sparizione. Ma forse l'opera che più rappresenta questa stagione è quella del belga Marcel Broodthaers...
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Teresa Macrì è critica d'arte, curatrice indipendente e scrittrice. La sua ricerca è legata alla teoria critica contemporanea e all'indagine dei Visual Studies e, attraverso questa prospettiva, ha curato mostre internazionali, realizzato reading di letteratura e filosofia, festival di performance, tecnologia e di cinema e condotto programmi culturali per Radio3 RAI. Vive e lavora a Roma. Ha pubblicato Politics/Poetics (Postmedia Books, 2014), In the Mood for Show (Meltemi, 2008), Il corpo postorganico (Costa&Nolan, 1996 e Costlan, 2006 nuova edizione), Slittamenti della performance (Postmedia Books, 2020 e 2022). Tra le mostre curate si ricordano: Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo, Roma, 1999; Carlos Garaicoa, Roma, 2003; Miedo Total. Sislej Xhafa - Adel Abdessemed, Barcellona, 2004; Gülsün Karamustafa, Istanbul, 2006; Santiago Sierra, Roma, 2007; Over the Blurring Shine. Domenico Mangano, Roma, 2008; Emotional community, Roma, 2009; Dan Perjovschi. The crisis is (not) over. Drawings and Dioramas, Roma, 2011. Ha avuto incarichi di Visiting professor presso Univerdidade do Porto, Porto 2003; Universitat Autònoma de Barcelona, Barcellona, 2004; Universidad Nacional de Buenos Aires, Buenos Aires, 2005; Complejo Cultural Santa Cruz, Río Gallegos, Patagonia, 2005; Facultad de Bellas Artes de Valencia, Valencia, 2005; Bahcesehir University di Istanbul, 2006; Marmara University di Istanbul, 2009. Insegna Fenomenologia delle arti contemporanee all'Accademia di Belle Arti di Roma. Collabora a Il Manifesto.
postmedia UNI _ altri titoli Infrasottile _ L'exforma _ Arte fuori dall'arte _ Artisti di carta _ Il pragmatismo nella Storia dell'Arte _ Roberto Daolio _ Il museo come spazio critico _ L'altra metà dell'avanguardia _
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