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Il museo come spazio critico
Com'è cambiato il museo in un sistema dell'arte che sembra già diverso da quello di qualche decennio fa? Dalle origini del museo alle prime prove del MoMA, dall'effetto Beaubourg al "caso" Guggenheim, questo libro analizza i passaggi fondamentali che hanno messo in evidenza i mutamenti e gli sviluppi del museo in relazione a due figure fondamentali: l'artista e il pubblico. Il museo, l'ha ricordato Georges Bataille, nasce insieme alla ghigliottina. La rivoluzione francese produce, infatti, le condizioni favorevoli alla comparsa di un nuovo programma museologico che trasforma in modo radicale le pratiche del collezionismo e le posizioni del soggetto; un museo che tiene conto della nuova concezione del soggetto sviluppatasi con l'Illuminismo e la Rivoluzione, un luogo della conoscenza all'interno del quale sono trasmessi valori e prospettive politiche, culturali e sociali radicalmente rinnovate. Oggi il museo si presta ad accogliere un'arte rinnovata e con frequenti rimandi all'attualità, si misura con il vissuto, con il progresso politico, culturale e sociale di una comunità sempre più di massa, rende partecipe il pubblico dei mutevoli aspetti della realtà contemporanea. In questo rinnovato clima culturale le riflessioni teoriche e le pratiche museologiche si concentrano su come costruire un museo aperto, inclusivo, relazionale, dialogico. La copertina è disegnata da Alessandro Scandurra.
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postmedia books | Unisce almeno due rari doni, questo libro: la sintesi e la chiarezza espositiva. Se poi si aggiunge la piacevolezza di lettura, allora siamo nel campo del miracoloso. E dire che si parte da lontano, da quando il museo nacque, il 30 agosto 1792, insieme alla ghigliottina. Museo borghese e repubblicano, specchio d'una rivoluzione che con Napoleone divenne "universale" – il museo e la rivoluzione. La cavalcata prosegue, passa da Berlino a Londra, solca l'oceano per giungere a Washington (e a Newark) e conquistare una vocazione civica. Si parla ovviamente anche di edifici, ma appassiona maggiormente il discorso sulla missione del museo, che evolve e muta: capitali due tappe, il Beaubourg prima, il Guggenheim di Bilbao poi. Si chiude dunque con strali verso il consumismo? Nient'affatto: Demma spiega come addirittura il marketing possa svolgere una funzione benefica, se non salvifica, per i musei. Come? Aiutandolo a capire e a relazionarsi con i propri pubblici, verso una sempre più spiccata relazionalità ed esperienzialità. (Marco Giacomelli, Artribune). In sostanza, la questione è sempre aperta, così come dimostra Demma, confermando che i quesiti posti in introduzione al volume come: Che cos'è il museo? Quali sono le sue funzioni e le sue strategie? E, soprattutto, quali relazioni stabilisce il museo con il pubblico e con gli artisti? non sono affatto superati. (Maria Letizia Paiato, Segno). Critico d'arte e curatore, docente di Storia dell'arte ed Estetica all'Accademia di Belle Arti di Macerata, Alessandro Demma (Milano, 1976) ha all'attivo mostre nazionali e internazionali, pubblicazioni di volumi, saggi e cataloghi. Tra le recenti esposizioni curate ricordiamo Evidence. A New State of Art, Castel Sant'Elmo (Napoli 2018), O corpo da matéria. A matéria do corpo. Paolo Grassino e Luigi Mainolfi na Casa Fiat de Cultura (Belo Horizonte, Brasile 2017), Painting the Present, Silk Road International Cultural Expo e Peninsula Art Museum of Weihai, (Dunhuang, Weihai, Cina 2016), Contemporary vision. Italian artists in China, SPSI Museum (Shanghai Oil Painting & Sculpture Institute, Cina 2015).
postmedia UNI _ altri titoli Infrasottile _ L'exforma _ Artisti di carta _ Il pragmatismo nella Storia dell'Arte _ Roberto Daolio _ Fallimento _ Arte fuori dall'arte _ | Compra questo libro insieme a La Quadriennale
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