La danza, a cui il saggio è dedicato, è quella pratica fascinosa e simbolica che rinasce dalle scosse della post modern dance e va, via via, a evolversi nella frantumazione delle convenzioni. È una forma di "bellezza fosforica che azzera lo stereotipo e premia l'esclusivo, che si riprogetta, che spiazza e che seduce poiché incarna la fantasia alla realtà". Ha anche la capacità di catturare l'umoralità postmoderna con i suoi germi che ondivagano tra alienazione e disagio, tra paura e psicosi e tra puro godimento e piacere. Inoltre, attraverso le sue fratture, crepe, variazioni, fenditure, tagli, dislocazioni e trasmutazioni è l'atto di delineare l'esserci nelle sue forme più trasgressive.
_Teresa Macrì

 


         
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