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L'Antiestetica

Dopo l'arte











L'arte nell'era postmediale
Marcel Broodthaers, ad esempio

di Rosalind Krauss

postmedia 2005
72 pp.
-- 48 illustrazioni
isbn 9788874900206



14,00
 


L'autorevole scrittura di Rosalind Krauss analizza l'arte concettuale degli anni Sessanta e Settanta utilizzando come "esempio" il lavoro di Marcel Broodthaers. Secondo Krauss, se l'arte cambia è perchè vi sono artisti che pongono le premesse perchè ciò accada. L'arte moderna, ad esempio, ha messo al centro delle proprie priorità l'investigazione delle specificità dei mezzi utilizzati dagli artisti. Il noto critico americano Clement Greenberg sosteneva che la specificità di un mezzo consiste nelle sue proprietà materiali e dunque – per quanto riguarda la pittura – nella piattezza delle superfici. Rosalind Krauss, che con Annette Michelson e Douglas Crimp ha fondato la rivista accademica October (MIT Press), ribalta la prospettiva greenberghiana analizzando il lavoro di Marcel Broodthaers in maniera tale da costruire una chiave di lettura critica illuminante sugli sviluppi artistici negli ultimi decenni. L'artista belga, infatti, ha rifiutato questa condizione riduttiva del mezzo estetico, a favore di una condizione postmediale dell'arte che considera il mezzo come dispositivo complesso incorporandone convenzioni estetiche e strumenti tecnologici distinti dalle proprietà materiali del mezzo stesso. Rosalind Krauss ci conduce attraverso i passaggi centrali del percorso di un artista il cui lavoro oggi si rivela di stringente attualità. Negli anni in cui l'arte si ritrova a fare i conti con la globalizzazione dell'immagine al servizio del capitale, Broodthaers ci insegna come la specificità mediale non serva più a caratterizzare l'opera, ma la sua reinvenzione e riarticolazione permette agli artisti di avere strumenti in grado di produrre delle differenze.



Dalla prefazione di Rosalind Krauss:
"Al principio pensavo di poter semplicemente tracciare una riga sul termine mezzo, così da seppellirlo come tanti altri rifiuti tossici della critica, e procedere nel mondo della libertà lessicale. "Mezzo" sembrava troppo contaminato, troppo legato ad ideologie, dogmi, troppo dibattuto.
Mi chiedevo se potevo far uso dell’automatismo di Stanley Cavell, termine di cui si era appropriato per affrontare il duplice problema di fare riferimento al film come mezzo (relativamente) nuovo e di mettere a fuoco quanto gli sembrava non spiegato sulla pittura modernista. Secondo lui la parola "automatismo" coglieva il senso in cui una parte del film è automatica, quella che dipende dalla meccanica della macchina da presa; si inseriva nell’uso di "automatismo" della tradizione surrealista, inteso come riflesso inconscio (illusione pericolosa, anche se utile, come vedremo); e conteneva la possibile referenza connotativa ad "autonomia", nel senso della libertà finale dell’opera rispetto al proprio artefice."


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La proposta della critica americana è sovversiva; per lei l'arte non è intrattenimento o estetica, non è mercato o piacere, ma appunto pratica sovversiva.

La pubblicazione in italiano, per la prima volta, di questo saggio di Rosalind Krauss è di certo un evento degno di nota. Trascrizione della Walter Neurath Memorial Lecture del 1999, "L'arte nell'era postmediale" è uno di quei testi che sono entrati presto nella leggenda: tutti ne hanno sentito parlare, ma solo pochi fortunati finora ne hanno avuto una copia tra le mani.

Il medium di cui parla la Krauss non è semplicemente la tecnica di esecuzione, il supporto, insomma la condizione materiale delle opere. Medium è un insieme di regole, una "matrice generativa" di convenzioni derivate (ma non identiche) dalle condizioni materiali, uno spazio disciplinato di possibilità che si apre all'artista. Così, ad esempio, per Jackson Pollock l'orizzontalità è non solo il presupposto che permette il dripping, la colatura del colore sulla tela stesa a terra, ma un medium a tutti gli effetti, un "vettore fenomenologico" che apre una nuova dimensione nell'esperienza del pittore e quindi una diversa intenzionalità.

 





postmedia books Rosalind Krauss (nata a Washington D.C. il 30 novembre 1941, vive a New York) è tra le più autorevoli voci della critica statunitense. Dopo la laurea ad Harvard nel 1969, Krauss diventa rapidamente professore di Storia dell'Arte al Massachusetts Institute of Technology e successivamente all'Hunter College (1977) e infine alla Columbia University (1992). Nel 1994 è eletta membro dell'American Academy of Arts and Sciences. Comincia a scrivere per Artforum nel 1966, un anno prima che la rivista trasferisca i suoi uffici a New York, e nel 1971 diventa redattrice. Nello stesso anno Krauss pubblica il suo primo libro (versione ampliata della sua tesi di laurea) sulla scultura di David Smith. Nel 1974 lascia Artforum per fondare la rivista accademica October con Annette Michelson e Jeremy Gilbert-Rolfe (presto sostituito da Douglas Crimp). Che si tratti delle avanguardie del collage cubista, della fotografia surrealista, della scultura o dell'arte dei nostri giorni, Krauss traduce la fugacità dell'esperienza visiva in un linguaggio preciso e vivido che ne ha consolidato il prestigio critico a livello internazionale. October le dà modo di elaborare il suo metodo critico e di utilizzare categorie tradotte dall'opera di pensatori al di fuori dello studio dell'arte (Maurice Merleau-Ponty, Ferdinand de Saussure, Jacques Lacan, Jean-François Lyotard, Jacques Derrida, Georges Bataille o Roland Barthes). In effetti, questo suo lavoro di traduzione ha contribuito alla diffusione dell'opera di questi scrittori nella cultura statunitense e nello studio dell'arte (anche a costo di suscitare ansia per le minacce all'autonomia della disciplina). In molti casi, Krauss è accreditata come leader nel portare questi concetti nello studio dell'arte moderna. Per esempio, proprio in Passages in Modern Sculpture (1977) lei fa un uso importante della fenomenologia di Merleau-Ponty (come aveva già capito occupandosi di arte minimale) per la comprensione della scultura moderna in generale e per arrivare successivamente ad un saggio fondamentale come "La scultura nel campo allargato" (pubblicato da Postmedia Books ne L'antiestetica, raccolta di saggi a cura di Hal Foster). Oltre a Passaggi (tradotto in 6 lingue), tra i titoli tradotti in italiano, ricordiamo: Sotto la tazza blu (Bruno Mondadori, 2012), Teoria e storia della fotografia (Bruno Mondadori, 1996), L'informe. Istruzioni per l'uso (con Yve-Alain Bois, Bruno Mondadori, 2003), Reinventare il medium (Bruno Mondadori, 2005), L'arte nell'era postmediale (Postmedia Books, 2005) e Arte dal 1900 (Zanichelli, 2017) in collaborazione con Benjamin Buchloh, David Joselit, Hal Foster e Yve-Alain-Bois.

 

Rosalind Krauss | L'arte nell'era postmediale | Postmedia Books 2005