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Approcci teorici e pratiche dell'arte pubblica
One Place after Another
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Nuove geografie artistiche
Le mostre al tempo della globalizzazione
Roberto Pinto
postmedia books 2012
296 pp. -- 70 illustrazioni
formato 228,6x152,4mm
isbn 9788874900831
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26,00
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Nuove geografie artistiche ripercorre alcune delle tappe principali nell'evoluzione dell'arte contemporanea del XX secolo cercando di analizzare come sia cambiato il panorama espositivo internazionale. Fino a pochi anni fa, infatti, per mostra internazionale si intendeva una rassegna di opere provenienti dall'Europa Occidentale e dagli Stati Uniti, mentre ora le grandi esposizioni e i più importanti musei hanno aperto le proprie sale alle produzioni artistiche di culture e ambiti geografici prima ignorati dalla scena ufficiale. Il libro cerca di riflettere su come tale trasformazione si intrecci con gli avvenimenti storici, politici ed economici e sugli elementi che hanno determinato quel cambiamento di prospettiva grazie al quale si produce, si analizza e si commercializza l'arte più recente. Accompagnano il volume una serie di schede di approfondimento dedicate alle mostre che hanno sottolineato come l'incontro tra culture, e il conseguentemente profilarsi di un nuovo concetto di identità, sia alla base di molta della produzione artistica più significativa degli ultimi anni. (Aggiornato alla seconda edizione 2023).
Nei circa trent'anni che ho dedicato allo studio dell'arte contemporanea certamente la situazione si è radicalmente trasformata, passando da uno stato di cose in cui nelle mostre internazionale si trovavano rappresentati, studiati ed esposti solo artisti del mondo occidentale (Europa e Stati Uniti) a uno ben più articolato e composito dove quegli automatismi e quelle gerarchie non esistono più: lo stimolo principale alla base del mio libro è stato il desiderio di analizzare questo cambiamento così rilevante e cercare di comprendere le ragioni che lo hanno determinato e le conseguenza che ha prodotto, potendomi giovare di un punto di visto duplice, in qualche modo al contempo esterno e interno. Per realizzare questo obiettivo ho cercato di lavorare su due livelli, quello storico e quello critico, che sovente sul terreno dell'arte contemporanea faticano ad agire di concerto, nel senso che un vizio endemico del modus operandi dei "contemporaneisti" è di leggere i fenomeni quasi esclusivamente sotto il profilo critico, procedura peraltro indispensabile per poter approcciare, discutere e comprendere in tempo reale l'arte contemporanea. D'altro canto, però, mi sembrava non meno indispensabile sottoporre il tema delle mostre anche a un tipo di indagine più propriamente storico, più attento agli aspetti economici, politici, contestuali e in generali ai processi culturali che si agitano dietro all'evento espositivo. Il punto di partenza è che l'arte contemporanea vive soprattutto, attraverso le mostre, e alle grandi mostre (per esempio, la Biennale di Venezia o Documenta) si ritrovano tutte le componenti del mondo dell'arte, a cominciare dagli artisti, per vedere, scoprire, apprezzare o respingere. Sono eventi della massima influenza e dagli effetti incalcolabili, per cui qualsiasi analisi dell'evoluzione dell'arte di oggi ci si deve soffermare con la maggiore attenzione possibile.
[Roberto Pinto _ intervista di Luca Bortolotti su News-Art]
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Roberto Pinto, (Roma 1961) storico dell'arte e curatore, si occupa principalmente di arte pubblica, di storia delle mostre e delle relazioni tra arte e letteratura. Tra i saggi pubblicati ricordiamo: Lucy Orta, Phaidon, 2003; Nuove geografie artistiche. Le mostre al tempo della globalizzazione, Postmedia Books, 2012; Artisti di Carta. Territori di confine tra arte e letteratura, Postmedia Books, 2016; Le relazioni oltre le immagini. Approcci teorici e pratiche dell'arte pubblica (curato assieme a Cecilia Guida), Postmedia Books 2022. Ha organizzato esposizioni in numerose istituzioni italiane e straniere, è stato curatore della V Biennale di Gwangju, in Corea del Sud e della Terza Biennale di Tirana e attualmente sta coordinando Artline un progetto permanente di arte pubblica per il Comune di Milano. Insegna presso il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna dove è professore associato di Storia dell'arte contemporanea.
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