Pino Pascali

Franco Angeli e Tano Festa

Gerhard Richter


Andy Warhol

a cura di Annette Michelson




postmedia books 2018
196 pp.
isbn 9788874902156


sold 19,00

  titolo esaurito _ sold out
 

 

Se volete sapere tutto di Andy Warhol, non avete che da guardare la superficie dei miei quadri, i miei film e me stesso: eccomi lì. Dietro non c'è niente.
_Andy Warhol

Questa raccolta di saggi sul lavoro di Andy Warhol (1928-1987) è un manuale critico su una figura leggendaria del mondo dell'arte, che ha lavorato come artista, regista, fotografo, collezionista, editore e designer, conquistando così un posto unico nella storia della cultura visiva non grazie alla padronanza di un singolo medium, ma alla messa in atto di molteplici media e ruoli. Warhol ha rappresentato una figura importante nel colmare il divario tra arte alta e bassa, e la produzione nel famoso studio noto come "The Factory" implicava il riconoscimento dell'arte come una forma di impresa non dissimile dalle altre. La natura radicale di tale impresa ha assicurato lo status iconico della sua arte e della sua persona. Questa popolare antologia contiene i saggi di Benjamin H. D. Buchloh, Thomas Crow, Hal Foster, Rosalind Krauss, Annette Michelson, oltre a un'intervista inedita e un ampio saggio introduttivo di Carla Subrizi. I saggi trattano i temi ricorrenti dell'opera di Warhol, il suo rapporto con la cultura di massa, consumismo e celebrità, serialità e ripetizione, empatia e indifferenza, la caducità della vita e la presenza della morte, la relazione con altri protagonisti degli anni Sessanta.

Si tratta di una raccolta di saggi scritti tra il 1989 e il 1996 da Benjamin H.D. Buchloh, Thomas Crow, Hal Foster, Rosalind Krauss e Annette Michelson, impreziositi da un'intervista inedita del 1985 e dalla postfazione di Carla Subrizi... "Non penso che l'arte debba essere destinata a pochi eletti. Penso sia da destinarsi alla massa degli americani", dichiara Warhol nel 1967. Ma come si affronta questo compito nella società del consumo? Warhol non soltanto evoca ma incarna il soggetto di massa nel suo ruolo di testimone: una qualità non neutrale ma erotica, la definisce Foster, ed è particolarmente evidente sia nel cinema dell'artista che nel culto della celebrità. Why I want to fuck Ronald Reagan del 1967 è l'opera più esplicita in questa direzione.
_Marco Petroni su Artribune, gennaio 2019

1. L'arte unidimensionale di Andy Warhol: 1956-1966
di Benjamin H. D. Buchloh

2. Saturday Disasters: traccia e referenza nelle prime opere di Warhol
di Thomas Crow

3. Death in America
di Hal Foster

4. "Where Is Your Rupture?". Cultura di massa e Gesamtkunstwerk
di Annette Michelson

5. Death in America
di Hal Foster

6. Conoscenza carnale
di Rosalind E. Krauss

7. Intervista con Andy Warhol
di Benjamin H. D. Buchloh

8. Postfazione
di Carla Subrizi







 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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