|
Lo spettacolo non è un insieme di immagini,
ma un rapporto sociale fra individui,
mediato dalle immagini.
Andy Warhol l'artista, Andy Warhol il filmaker, Andy Warhol il divo tra i divi. Dell'artista si è conosciuto ogni sfaccettatura della sua produzione: dai primi passi nel campo pubblicitario alla sua morte tutto è stato passato al setaccio della storia e della storia dell'arte. Forse meglio dire quasi tutto, perché di questo intenso percorso artistico esiste ancora qualche angolo oscuro, qualcosa alla quale la critica ha dato, per varie motivazioni, poca importanza, ponendola come esperienza marginale e non significativa nella messa a punto dell'estetica warholiana: l'Exploding Plastic Inevitable, uno spettacolo di luci, musica, colori e danza messo in scena, tra l'aprile del 1966 e il maggio del 1967, in varie città americane. La critica lo considera quasi un aneddoto, una sorta di sfondo per le ricerche filmiche di Warhol, ma l'Exploding Plastic Inevitable, è un'entità a sé stante in grado di anticipare le teorizzazioni che Debord raccoglierà in La società dello spettacolo, trampolino di lancio per Lou Reed e i Velvet Underground, la ricerca di un format artistico inedito e sperimentale che potesse diventare fenomeno culturale e, infine ma non in ultimo, una pietra miliare per la controcultura degli anni Sessanta. Per un intero mese nel corso del 1966, l'EPI fu l'evento di punta per la città di New York divenendo, così, una delle prime esperienze di performance art intermediale. Le luci, dunque, non erano solo uno strumento per illuminare la scena, quanto piuttosto un mezzo per creare uno spazio ed un tempo del tutto soggettivo e rispondente in pieno a quelle che erano le ricerche estetiche portate avanti da Andy Warhol.
Ma perché Exploding Plastic Inevitable? Morrissey ricorda che tale nome fu scelto prendendo parole a caso tra quelle riportate sul retro della copertina del disco Bringing It All Back Home (1965) di Bob Dylan. Tuttavia, le parole "exploding" e "plastic" non compaiono mai nei testi qui riportati, ma stando a Morrissey esse ben si potevano adattare allo stile stream-of-consciousness del cantautore e ad "inintellegibili note di copertina in stile anfetaminico" .
|
|
||
postmedia books | Luca Palermo (Napoli, 1983) insegna presso il dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell'Università degli Studi della Campania "L. Vanvitelli". Svolge attività di ricerca nell'ambito della metodologia della storia dell'arte e della storia della critica privilegiando di essa aspetti relativi alla storia dell'arte contemporanea, con particolare attenzione alle manifestazioni artistiche sviluppatesi a partire dal secondo dopoguerra. Ha preso parte a numerosi convegni ed è autore di monografie (tra le altre Public Art nelle università. Storia, esperienze a confronto e metodologie di valorizzazione; Maschera-mente/o; Caserta 70. Movimenti artistici in Terra di Lavoro) e di numerosi articoli su riviste di settore nazionali ed internazionali (tra gli altri "The role of art in urban gentrification and regeneration: aesthetic, social and economic developments", in Il capitale culturale; "Beyond the Wall", in Modern Italy, Cambridge University Press; "Public vs Patronage: Controversies in Contemporary Outdoor Sculpture", in Art History Supplement). |
|
Luca Palermo | L'Exploding Plastic Inevitable di Andy Warhol | Postmedia Books 2021