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Liminal Fiorucci
Il maestro di tutti noi. Ogni volta che proviamo a fare qualcosa di nuovo, ci sembra di comportarci come Fiorucci. La prima volta che sono venuto a Milano, prima di andare a vedere musei e monumenti, mi sono recato da Fiorucci. Perché era la cosa più importante da scoprire in quella città. A partire da tre casi di studio – grafica, performance e momenti di cultura milanese – si ripercorre il decennio chiave dell'epopea creativa e imprenditoriale di Elio Fiorucci. Nato come lavoro di ricerca universitario e poi ulteriormente ampliato e approfondito in vista di questa pubblicazione, nel libro l'autore ci conduce nelle zone liminali della Milano degli anni Settanta e Ottanta, in cui la moda si ibrida con altre discipline artistiche. Si individuano così momenti ed esperienze fino ad oggi rimasti inediti, ma importanti per capire la temperie culturale della scena milanese di quei decenni, proprio negli anni in cui la moda italiana si va affermando a livello internazionale. È possibile così riscoprire l'attitudine interdisciplinare che lega Fiorucci a molti personaggi di rilievo del tempo – tra cui Alessandro Mendini, Keith Haring, Demetrio Stratos – e che contribuisce a creare un inedito humus culturale. Nel momento in cui Fiorucci rivoluziona la comunicazione visuale attraverso la sua grafica e apre le porte dei suoi negozi alle performance artistiche, c'è però spazio anche per le collaborazioni con la Triennale di Milano e per l'ideazione di una Scuola di Moda. In un continuo oscillare tra arte d'avanguardia e cultura pop, l'autore cerca di ricostruire un profilo critico di Fiorucci e del suo brand di moda, ricontestualizzandolo all'interno del coevo panorama artistico. Gli oggetti liminali di Fiorucci diventano così la cartina tornasole per chiarire alcuni aspetti essenziali per una disamina storica e culturale del sistema moda italiano a cavallo di quei decenni. In questa storia c'è lo storico, ma anche l'archeologo e il filologo. C'è l'avanguardia artistica e la controcultura, c'è la "dimensione interdisciplinare in cui la moda è concepita come costante dialogo con le altre discipline artistiche", c'è la presa di possesso dei luoghi non canonici dell'arte, e un gentile attacco alla cultura italiana ufficiale. Infine, c'è la consapevolezza che oggi esiste la "giusta profondità storica per poter meglio guardare a quel periodo". Questo non è un libro sul marchio Fiorucci, né una biografia del suo visionario fondatore. È piuttosto l'affresco documentatissimo di un momento storico
e culturale che nelle invenzioni di Elio
Fiorucci (1935-2015) ha trovato una delle sue più festose rappresentazioni. Si
racconta perciò della Milano degli anni
Settanta e Ottanta, che non è solo quella
del terrorismo prima e «da bere» poi, ma
è la metropoli internazionale dove s'inizia a respirare globalizzazione, dove la
moda si ibrida con arte e musica e dove
la grafica può trasformarsi in «quell'oggetto strano in cui l'avanguardia artistica diventa pop». Qui, in Galleria Passarella, si colloca il concept store Fiorucci
con le pareti dipinte da Keith Haring,
ma anche l'altro spazio di via Torino
che ospita installazioni di videoarte
e performance e, sopra al negozio, un
ristorante. Gianmarco Gronchi, che ha
studiato a fondo il caso, lo presenta «ricontestualizzato in un'ottica espansa». |
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postmedia books |
Toscano di nascita, ma lombardo d'adozione, Gianmarco Gronchi (Firenze 1997) è dottorando presso l'Università di Genova. È stato alunno dell'Almo Collegio Borromeo di Pavia durante il percorso di laurea triennale in Lettere Moderne. Ha conseguito la specializzazione in Storia e Critica dell'Arte all'Università Statale di Milano. La sua tesi magistrale, dal titolo Il decennio di Elio Fiorucci (1974-1984). Tre casi studio tra grafica, performance e cultura milanese ha vinto il V premio di laurea Fondazione Prada, grazie al quale ha completato la sua formazione presso il Royal College of Art di Londra. È stato nominato Fellowship Researcher presso l'Università di Yale per la primavera 2025. I suoi interessi di ricerca si concentrano sull'arte contemporanea degli anni Settanta e Ottanta, con particolare attenzione alle sue ibridazioni con la moda, la grafica, l'editoria e l'underground. Ha curato alcune mostre e ha scritto di arti figurative, moda e cultura visuale per varie realtà editoriali. Oltre che su riviste di settore, i suoi scritti sono stati pubblicati su Esquire Italia, The Collector, Made In Mind, Lay0ut Magazine, Collectible Dry, Area, La Ricerca.
Gianmarco Gronchi | Liminal Fiorucci | Postmedia Books agosto 2024 |
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