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Beyond the Habitual. Louise Bourgeois as Builder, Narrator, Theorist
Oltre l'abituale. Louise Bourgeois come costruttrice, narratrice, teorica

Mieke Bal



postmedia books 2024
160 pp.

formato 148x210 mm
saggi in italiano e inglese
isbn 9788874904129

 

s 16,90

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Come pensare e scrivere su una singola opera d'arte per comprendere la natura interattiva del funzionamento dell'arte visiva in generale? Questo libro utilizza le riflessioni sull'approccio a una famosa opera d'arte come "istruzioni per l'uso" che possono essere applicate a molte altre opere d'arte. Cercando di evitare modalità prescrittive strettamente metodologiche di studio dell'arte visiva, che diventano così facilmente dogmatiche in un confinamento strettamente disciplinare, presento riflessioni più o meno libere, con un nucleo diverso in ogni parte o sezione - parola che uso al posto del sostantivo "capitolo", che sarebbe troppo presuntuoso per i testi brevi di cui consiste questo piccolo libro. Affrontando una varietà di questioni rilevanti per lo studio e l'interazione con le opere d'arte, nel complesso si offre al lettore quello che può essere, più che un metodo, un mosaico di possibilità.

How to think and write about a single artwork as a way of understanding the interactive nature of the functioning of visual art more in general? This book deploys reflections on approaching a famous particular artwork as "directions for use" that can be brought to bear on many other artworks. Trying to avoid strictly methodological prescriptive modes of studying visual art, which so easily turn dogmatic in a narrowly disciplinary confinement, I present more or less loose thoughts, with a different core in each part or section—a word I use instead of the noun "chapter", which would be too presumptuous for the brief pieces of which this small book consists. Addressing a variety of issues relevant for the study of and interaction with artworks, on the whole the reader is offered what can be, rather than a method, a patchwork of possibilities. The following reflections come from an attempt to merge ideas exposed in a few earlier publications. For quite some time, I have been writing about the work of Louise Bourgeois, an artist who builds, narrates and thinks when making her works. I was fascinated by the intermediality of that work, and the ways in which it addresses specific issues it raises of what politically relevant art can be and do.

 

Un approccio "concettuale, ma al contempo non allineato" muove anche le pagine del nuovo libro di Mieke Bal dedicato alla scultrice franco-americana Louise Bourgeois edito sempre da Postmedia Books in queste settimane: "Beyond the Habitual. Louise Bourgeois as Builder, Narrator, Theorist – Oltre L'abituale. Louise Bourgeois come costruttrice, narratrice, teorica" (in inglese e italiano, traduzione di Sara Benaglia e Gianni Romano, 160 pagine, 16,90). Il volume ha il doppio merito di aggiungere un titolo alla bibliografia italiana di Bal e di offrire al lettore la possibilità di un approccio all'opera di Bourgeois che va, come del resto promette il titolo del libro, "oltre l'abituale" modello interpretativo. Fin dalla prima pagina Bal dichiara i propri strumenti teorici; il libro propone, più che un metodo di studio, «un mosaico di possibilità» e si articola in otto brevi sezioni che hanno come abbrivio un'unica opera di Bourgeois, l'imponente scultura-installazione "Spider", un'opera che si pone tra due serie importanti dell'artista: le celebri Cells e gli altrettanto celebri Ragni – e di cui si è tornati a parlare proprio in questi giorni grazie alla ricollocazione dell'impressionante ragno Maman alla Tate Modern.
_Daniele Monarca, ArtsLife, gennaio 2025

Le riflessioni che seguono nascono dal tentativo di mettere insieme le idee esposte in alcune pubblicazioni precedenti. Da tempo scrivo sul lavoro di Louise Bourgeois, sulla sua intermedialità e su alcune questioni specifiche che solleva su ciò che l'arte politicamente rilevante può essere e fare. Al centro delle mie riflessioni c'erano soprattutto le questioni emerse dal suo lavoro Spider, un esempio chiave di come questa artista eviti tutto ciò che di solito viene dato per scontato nello studio dell'arte visiva. Quell'opera enorme non si può facilmente ricondurre a un genere o a un mezzo specifico. Ostinatamente, continua a generare domande che devono rimanere senza risposta, per evitare di ricadere in ipotesi stereotipate. Ora che, su richiesta dell'editore che desidera far tradurre il mio lavoro in italiano, sono costretta a raggruppare queste riflessioni e sono molto felice di ridiscutere tutto questo per un nuovo pubblico.
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Mieke Bal, dall'introduzione

 

 

 

 

 

 

 

postmedia books

Mieke (Maria Gertrudis) Bal è nata in Olanda il 14 marzo del 1946, vive tra Parigi ed Amsterdam. Mieke Bal è una pluripremiata teorica culturale, critica, videoartista, curatrice e docente di analisi culturale all'Università di Amsterdam. Le sue aree di interesse spaziano dall'antichità biblica e classica all'arte contemporanea e del XVII secolo, alla letteratura moderna, al femminismo e alla cultura migratoria. Tra le sue numerose pubblicazioni figurano Travelling Concepts in the Humanities (2002) e Narratology (quarta edizione 2017). La sua visione dell'analisi interdisciplinare nelle scienze umane e sociali si esprime nel profilo di quella che viene definita "analisi culturale". Mieke Bal è anche un artista video; i suoi documentari sull'emigrazione, esposti a livello internazionale e fanno parte del collettivo Cinema Suitcase. Con Michelle Williams Gamaker ha realizzato il lungometraggio A Long History of Madness, una fiction teorica sulla follia.

 

 

Mieke Bal | Beyond the Habitual. Oltre l'abituale | Postmedia Books dicembre 2024