|
Performance come metodologia
Non importa cosa
facciamo con il linguaggio,
sarà comunque espressivo Cos'è una metodologia? Performance come metodologia non si pone l'obiettivo di rispondere a questa domanda, ma vuole mettere in atto (quindi performare) una serie di interrogativi attorno all'uso della performance come pratica artistica ma soprattutto conoscitiva. Per far ciò il volume prende in esame alcuni metodi d'indagine che analizzano il medium espressivo della performance e, contemporaneamente, guarda a come la ricerca e l'esperienza conoscitiva presentino di per sé dei tratti rapportabili alla performance. Il testo intreccia percorsi di ricerca diversi che si relazionano tra di loro attraverso una doppia trama: si guarda alla performance come oggetto di studio e allo stesso tempo si mettono in evidenza gli aspetti performativi della metodologia di ricerca. La scrittura, come gesto, si lega a specifici contesti spazio-temporali e alla lettura di documenti, foto, tracce e come azione cambia continuamente forma. Il volume si compone di diverse tipologie testuali che vanno dall'analisi dei testi all'interpretazione personale, dal disegno grafico alla presentazione di esercizi performativi che potranno essere messi in atto da un ipotetico gruppo di persone. Nel web perdiamo la fisicità del corpo e dei sensi che determinano l'esperienza. Prendiamo per esempio il tatto: toccare è quel gesto "ambivalente" in cui il soggetto entra in relazione con l'altro, percependo anche la propria soggettività. Nel web il soggetto non fa esperienza attraverso l'ambivalenza tattile della percezione, influenzando ed essendone influenzato. Non c'è contaminazione (con, con + tangere toccare: letteralmente "con il toccare") perché è stato materialmente eliminato l'altro con cui entrare in contatto. Viene a mancare quell'esperienza che trasforma le informazioni in qualcosa di tangibile che il nostro corpo possa percepire per produrne conoscenza. Il contatto con l'esperienza è alla base del processo di apprendimento, infatti nel luogo di una classe – concepito come spazio fisico generico in cui avviene la condivisione tra soggetti – l'esperienza del conoscere si concretizza in un evento materiale e, pertanto, tangibile per il soggetto. Il contatto con il sapere che avviene in una classe non è dato dalla prossimità tra i diversi elementi che la compongono, ma attraverso un processo di differenziazione. Non è un luogo intimo, ma uno spazio pubblico in cui è importante mantenere la distanza tra i singoli soggetti.
|
|
|||||||||
postmedia books | Jacopo Miliani (Firenze 1979 - vive a Milano) è un artista che vive e lavora a Milano. Ha studiato al DAMS di Bologna laureandosi con una tesi sulla performance art e al Central Saint Martins College di Londra. Il suo lavoro si colloca a metà tra le pratiche delle arti visive (installazione, video, fotografia ecc.) e quelle del corpo, guardando soprattutto alla performance come metodologia di studio e ricerca. Da tempo porta avanti un'indagine che si formalizza, oltre che con la pratica artistica, anche in altri progetti interdisciplinari: dal workshop all'editoria indipendente. Al momento insegna Tecniche performative per le arti visive all'Accademia di Belle Arti di Firenze e Arti Visive allo IUAV di Venezia. |
|
Jacopo Miliani | Performance come metodologia | Postmedia Books 2021