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Piero Gilardi esperto rosso
Come scrive James Hillman, "amiamo perché siamo politici e siamo politici perché siamo plurali". Questo mi fa pensare che l'arte sia incompleta, incompiuta, imperfetta, se non mostra l'anelito della natura umana a manifestarsi in un contesto politico.
Dalla prima mostra personale "tecnologica" a Torino nel 1963, passando per i Tappeti-natura e l'Arte Povera, fino ad arrivare al distacco radicale avvenuto nel Sessantotto, ai laboratori teatrali in contesti geografici remoti e proseguendo poi fino agli interventi politici più recenti, questo testo racconta la vicenda artistica di Piero Gilardi da una prospettiva volta soprattutto ad indagarne gli intrecci con la partecipazione e l'azione politica diretta. Esplorare il percorso artistico, esistenziale e politico di Piero Gilardi, oggi, assume diversi significati: da un lato, la sua vicenda può essere inserita con una certa tranquillità all'interno dei filoni di ricerca attualmente fiorenti su questioni quali la partecipazione nell'arte e i rapporti fra arte e attivismo, costituendosi come un esempio eccellente, sebbene in via di storicizzazione, di esplorazione della zona liminale fra azione artistica e azione politica; dall'altro lato, analizzare più in profondità le evoluzioni del pensiero dell'artista permette di riconoscere le peculiarità del suo operato, che risiedono sia nelle risposte più propriamente artistiche (come i manifesti, i giornali operai, il teatro politico di strada), sia in un atteggiamento di grande sensibilità, di curiosità e di sincera apertura verso il prossimo; infine, confrontando le numerose cause sociopolitiche a cui Gilardi si è dedicato con il panorama attuale, in cui tante questioni rimangono ancora dolorosamente irrisolte e perfino alcune di quelle che sembravano conquistate rischiano di essere rimesse in discussione (per esempio con il recente disegno di legge in materia di salute mentale), questa vicenda può servire sia a ricordare che i diritti conquistati necessitano ancora di essere difesi, sia a raccontare la storia di un artista che ha saputo rispondere alle ingiustizie con ironia, inventiva e grande dedizione. Forse le proposte di Piero Gilardi, e soprattutto l'atteggiamento con cui esse sono state attuate, possono essere d'ispirazione a chi si domanda come rendersi utile, coi propri strumenti, alle rivendicazioni attuali e ai processi di miglioramento delle condizioni di vita della collettività.
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postmedia books | Stella Serotti (Bentivoglio, 1998) ha studiato Lettere Moderne presso l'Università di Bologna. Presso lo stesso Ateneo ha poi frequentato il corso di laurea magistrale in Arti Visive, dedicandosi specialmente all'ambito contemporaneo e al tema del rapporto fra arte e società. Questa è la sua prima pubblicazione. |
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