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L'exforma

Arte fuori dall'arte

 

 



Carmelo Bene
Cinema, arti visive, happening, teatro
di Cosetta Saba

postmedia books 2019
210pp. 76 ill.
isbn 9788874902507



s 24,00

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Nessun'azione può realizzare il suo scopo, se non si smarrisce nell'atto. L'atto, a sua volta, per compiersi in quanto evento immediato, deve dimenticare la finalità dell'azione. Non solo. Nell'oblìo del gesto [...] l'atto sgambetta l'azione, restando orfano del proprio artefice.
[ Carmelo Bene ]

Sin dagli anni Sessanta le arti visive e il cinema costituiscono per Carmelo Bene complessi e costanti oggetti polemici. Ne discende un inquieto intento iconoclasta che attraversa tutta la sua opera, i cui differenti piani – letterari, filosofici e musicali – sono variamente fatti scartare, resi intersecanti o stratificati, posti in sovrapposizione, poi ricomposti e nuovamente scomposti, in un intenso lavorio interno, senza soluzione di continuità. Le culture visuali degli anni Sessanta definiscono il contesto nel quale Bene si trova e rispetto al quale prende a operare con modalità singolarmente idiosincratiche, in un confronto critico e autocritico inesausto che dispiega una potenza performativa inusitata sia nella sua prima pratica teatrale sia in quella cinematografica. Eppure, la cultura di Bene non è contemporanea a quel contesto: essa è "inattuale", nel senso e nella misura in cui non si conforma al proprio tempo. Nondimeno, all'inizio del decennio e proprio in quel contesto operativo, la sua pratica si rivela indisciplinata ed eccentrica, anticipa l'happening e le modalità performative che in Italia emergeranno in ambito artistico solo tra il 1967 e il 1968. La pratica di Bene precorre forme, modi e operazioni che sostituiscono all'opera – quale esito, prodotto o "resto" – la ricerca, il processo, l'evento (l'inaspettato in ciò che accade) con varie incidenze leggibili nei tracciati letterari del suo lavoro, così come negli interventi scenici e nella produzione cinematografica (1968-69). Date le varianti letteraria, teatrale e filmica, quell'opera molteplice che è Nostra Signora dei Turchi fungerà da studio di caso per indagarne i modi performativi all'incrocio tra le arti visive e l'etnografia. L'indagine qui condotta, pur focalizzandosi sulla ricerca del "primo" Carmelo Bene, poggia sulla sua attività complessiva (1959-2002) e, per quel che è stato possibile, sull'archivio dell'Immemoriale in cui il lavoro di Bene trova inscrizione consegnandoci una massa documentale di straordinario rilievo artistico-culturale.

 

L'articolazione teorica del lavoro di Carmelo Bene mette in relazione filosofia, letteratura, teatro, cinema, arte e la materia compositivo-testuale della sua opera è derivata da un inesausto lavorio portato su determinate fonti letterarie e visive che ri-comprende anche le opere proprie. Nella pratica beniana, infatti, l'"opera" consiste in una serie espressiva aperta che incessantemente si riposiziona tra la ricerca teorica, interminabile e sempre in fieri, e l'insieme delle sue sperimentazioni, puntuali ma varianti, che assumono forme diverse: scritti letterari, interventi teatrali, film. Come avviene in tanta arte contemporanea, anche nella pratica beniana l'"opera" tende a tracciarsi entro insiemi di varianti...
[ Cosetta Saba ]

 

 

 

 

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postmedia books

Cosetta Saba insegna Analisi del film e Pratiche audiovisive nella Media Art presso l'Università di Udine, dove è direttore scientifico di La Camera Ottica Lab. I suoi principali interessi di ricerca si concentrano sui linguaggi dell'arte in tutte le sue forme e manifestazioni audiovisive e sui modelli di archiviazione e preservazione di video, film e installazioni artistiche. Attualmente è impegnata nei progetti Cinema indipendente e cinema d'artista in Italia (1960-1970) e Video Arte e Film d'Artista in Italia: linee guida per la ricognizione, la creazione e la gestione in rete degli archivi digitali. Ha pubblicato numerosi contributi in riviste e studi dedicati all'analisi delle relazioni tra cinema, video e arte, tra i quali Unstable Cinema. Film and Contemporary Visual Arts (2007), Arte in Videotape. Art/tapes/22, collezione ASAC – La Biennale di Venezia (2007), Matthew Barney. Polimorfismo, multimedialità, neobarocco (con N. Dusi, 2012), Archivio Cinema e Arte (2013), Archivio Cinema Arte (2013), Cinema and Art as Archive. Form, Medium, Memory (con F. Federici, 2014).

 

 

postmedia UNI _ altri titoli

Infrasottile _ L'exforma _ Arte fuori dall'arte _ Artisti di carta _ Il pragmatismo nella Storia dell'Arte _ Roberto Daolio _ Il museo come spazio critico _ Le ragioni del gruppo

 



Ketty La Rocca