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Videoarte e arte
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Un libro scritto a quattro mani a distanza di quasi trent'anni per analizzare i percorsi fondamentali del rapporto tra arte e dispositivi tecnologici – il video, il computer e le loro molteplici interazioni – in un arco di tempo che va dagli anni Sessanta a oggi. Dato di partenza è il libro pubblicato da Silvia Bordini nel 1995, quando la videoarte stava definendo la propria ibrida identità in un orizzonte creativo e tecnologico in continuo divenire, alle soglie della rivoluzione digitale. Il discorso prosegue nel saggio di Valentino Catricalà che riparte dallo spartiacque culturale degli anni Novanta per tracciare le trasformazioni della videoarte nei meandri dei codici multimediali predominanti nell'immaginario e nella percezione del mondo attuale. Un tragitto che parte dai flussi policentrici dei monitor, delle telecamere, delle videoinstallazioni e del rispecchiamento interattivo della videoarte degli ultimi decenni del secolo scorso per arrivare a sondare un coacervo di connessioni, invenzioni e coinvolgimenti generati da strumenti sempre più complessi. Dalla volontà di decostruire i paradigmi dell'opera come oggetto definito e immutabile attraverso metamorfosi di immagini e suoni nello spazio e nel tempo, fino a praticare una nozione di arte che si fonda sui processi della realtà virtuale, aumentata, legata all'intelligenza artificiale. Dall'ipotesi pionieristica di umanizzare la tecnologia fin quasi a ipotizzare l'azzeramento concettuale del medium tecnologico stesso. Oltre il video, oltre il digitale, all'interno delle grandi domande sui destini dell'arte, oggi e nel tempo a venire. Umanizzare la tecnologia? è infatti il titolo dell'ultimo capitolo di questo vecchio libro. Una domanda di grande complessità, in bilico all'epoca tra utopia e provocazione, e oggi profondamente attuale non solo sul piano artistico, ma in un vastissimo arco di grandi temi e problemi – dall'ambiente all'intelligenza artificiale e oltre - tanto da costituire simbolicamente una delle ragioni per pubblicare di nuovo e soprattutto aggiornare Videoarte & arte.
Da questa ricerca sono passati quasi trent'anni e la videoarte - dopo aver assunto nel tempo forme e nomi diversi – è ormai storicizzata ed è entrata a tutti gli effetti a far parte del sistema dell'arte, tra critica militante, studi storici, collezionismo, archivi, mostre e musei. Ma va notato inoltre che proprio l'anno 1995 segna una data importante, quasi uno spartiacque, nel modo di considerare il rapporto tra arte e tecnologie di ultima generazione e nell'impatto sul modo di comunicare, percepire e pensare il mondo.
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postmedia books | Docente di Storia dell'arte contemporanea e Storia delle tecniche artistiche all'Università di Roma Sapienza, le ricerche di Silvia Bordini rivolgono particolare attenzione ai procedimenti della costruzione delle immagini, alle teorie sulla materia dell'arte, ai processi storico/critici della lettura delle opere, alle connessioni arte/fotografia e alle sperimentazioni dei linguaggi artistici che utilizzano tecnologie elettroniche e digitali. In particolare su questo tema, oltre a Videoarte& Arte. Tracce per una storia (1995) qui ripubblicato, ha scritto: "Le molte dimore. La videoarte in Italia negli anni Settanta", in La coscienza luccicante, a cura di P. Sega Serra Zanetti e M.G. Tolomeo, Gangemi, Roma 1998; Arte elettronica, supplemento "Art Dossier" 156, Giunti, Firenze 2000; Mario Sasso. Le città continue, Ferrara 2000; "La piuma e l'angelo: Il corpo leggero dell'arte interattiva", in Ricerche di Storia dell'arte n.71, 2000; L'arte elettronica. Metamorfosi e Metafore, Ferrara 2001; "L'altra metà del video", in L'arte delle donne nell'Italia del Novecento, a cura di L. Iamurri e S. Spinazzè, Meltemi, Roma 2001; A memoria di byte. Storie di artisti e di computer, EUE, Roma 2003; Arte elettronica, Giunti, Firenze 2004; "Videoarte in Italia", Ricerche di Storia dell'arte, 2006; "Più simile a una nuvola che a una roccia. Bill Viola e le immagini come organismi viventi", in Ripensare le immagini, a cura di G. Di Giacomo, Mimesis, Milano 2009; "Memory of Video: Italy in the Seventies", in Rewind/Italia. Early Video in Italy, edited by L. Leuzzi and S. Partridge, New Barnet 2016; "Videobelisco", in Irene Brin, Gaspero del Corso e la Galleria L'Obelisco, a cura di V. Caratozzolo, I. Schiaffini, C. Zambianchi, Roma 2018; "VideObelisco", in Il video rende felici, a cura di V. Valentini, Roma 2022. Con Postmedia Books ha pubblicato Appunti sul paesaggio nell'arte mediale (2010) e Photobook. L'immagine di un'immagine (2020).
Studioso, curatore d'arte contemporanea Valentino Cacitralà è curatore della MODAL Gallery alla SODA-School of Digital Art di Manchester e lecturer presso l'Università IULM. E', inoltre, co-curatore, insieme a Barbara London (MoMA), del progetto D'ORO/D'ART in collaborazione con D'ORO Collection e Marian Goodman Gallery. Valentino è stato, inoltre, direttore e fondatore del Media Art Festival di Roma (Museo MAXXI - Fondazione Mondo Digitale) art consultant per il SONY Lab di Parigi. Su questi temi è dottore di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ed è stato Part-Time Post Doc Research Fellow nella stessa Università. Ha svolto ricerche in importanti Centri internazionali quali lo ZKM (Karlsruhe) e la Tate (Londra). Ha curato mostre in importanti musei e istituzioni internazionali fra i quali: Fondazione Prada (Milano, Tokyo), Minnesota Street Project (San Francisco), Ermitage (San Pietroburgo), Palazzo delle Esposizioni (Roma), MAXXI (Roma), ADI Design Museum (Milano), Museo Riso (Palermo), Media Center (New York), Stelline (Milano), Istituto Italiano di Cultura Nuova Dheli (India), Ca' Foscari (Venezia), fra le altre. E' autore di diversi libri, fra i quali Media Art. Prospettive delle arti verso il XXI secolo. Storie, teorie, preservazione (Mimesis, 2016), The Artist as Inventor (Rowman & Littlefield, Londra 2021). E' stato, inoltre, co-autore di Art and Technology In The Third Millennium (Electa, 2020) per I Quaderni della Farnesina e con Sean Cubitt a curato Art in the Age of Ubiquitous Media (Mimesis, VCS). |
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