Anni Novanta

Arte fuori dall'arte

Il museo come spazio critico



Tate Modern
Pratiche espositive

di Valentina Rossi



postmedia books 2019
160 pp. 5 ill. bn
isbn 9788874902309

 

 

s 16,90

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Tate Modern tenta di ridefinire alcune pratiche espositive che nel tempo hanno portato al nuovo riallestimento tematico della collezione della Tate Modern, che proprio all'inizio del nuovo millennio inaugura con un nuovo approccio espositivo con il quale restituisce il patrimonio tematicamente, abbandonando quindi il tradizionale criterio cronologico. Analizzare il significato di questa operazione significa contestualizzarla all'interno della storia delle mostre, delle pratiche curatoriali e del museo, una istituzione che nel corso degli anni ha vissuto differenti fasi di analisi e di lettura da parte di storici dell'arte e artisti. Ciò che caratterizza il museo è infatti la sua natura eterogenea, composta da fattori che negli anni sono mutuati in relazione al contesto storico, artistico e sociale. Per una corretta prospettiva storica e teorica è necessario contestualizzare lo studio del museo e delle pratiche espositive dal 1968, simbolico snodo di importanti cambiamenti socioculturali, e quindi di analizzare le pratiche curatoriali che dagli anni Settanta hanno tentato di destabilizzare e detronizzare la tradizionale impostazione espositiva. Il volume è quindi strutturato in modo da restituire una prospettiva storica e teorica sull'idea di museo e di pratiche curatoriali, con un focus su alcuni modelli espositivi e figure chiave che nel corso del secolo scorso hanno lavorato attraverso una prassi tesa alla ridefinizione delle tassonomie artistiche e non, e mostre che negli anni sono diventate veri punti di riferimento nello studio delle esposizioni. L'ultima parte del libro è interamente dedicata alla nascita della Tate Modern, attraverso la ricostruzione del materiale di archivio si analizzano le modalità con cui è stata ideata l'istituzione londinese e si restituisce uno studio sul primo riallestimento museale, inaugurato nel 2000 e strutturato in quattro sezioni che provengono dai generi storici istituiti dall'Accademia di Francia nei secoli scorsi, quali "Landscape, Matter, Environment", "Still life, Object, Real Life", "Nude, Action, Body" e "History, Memory, Society", quindi "Paesaggio", "Natura Morta", "Ritratto" e "Pittura di Storia".

_ La ridefinizione del museo _ Qualche appunto sull'idea di canone _ Il museo al tempo della globalizzazione _ Aby Warburg e André Malraux _ Alfred Barr e Willem Sandberg _ This is tomorrow, un caso anglosassone _ Rudi Fuchs e Harald Szeemann _ Prima e dopo Les magiciens de la terre _ - L'artista come curatore _ La nascita del museo _ Power Station _ Intervista a Matthew Gale

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Se negli anni della contestazione i principi di esclusione e inclusione vengono formulati sulla base dell'opposizione ad una cultura elitaria, degli anni Novanta le tassonomie sono messe in discussione dalle nuove presenze artistiche, dal rinnovato dibattito sulla storia e da uno scenario geografico eterogeneo che permette la relazione di più fattori culturali diversi.
[
Valentina Rossi ]



Penso che potrebbe essere utile dire qualcosa sulla dinamiche di come lavoriamo alla Tate Modern. Non è, infatti, solo una persona che prende una decisione per tutto l'edificio. C'è un team di curatori che porta le proprie prospettive, ed esiste anche uno schema generale che funziona per tutto il museo. Ogni stanza è gestita da diverse persone che lavorano in conversazione nel gruppo. Ci saranno quindi persone che sono affascinate dall'Institutional Critique, altre che conoscono Broodthaers, e altre ancora che si occupano di altre cose. Questo è ciò che arricchisce il museo.
[
Matthew Gale ]

 

 

 

 

 

 

 

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Infrasottile _ L'exforma _ Arte fuori dall'arte _ Artisti di carta _ L'altra metà dell'avanguardia _ Il pragmatismo nella Storia dell'Arte _ Roberto Daolio _ Il museo come spazio critico

 

 

Ketty La Rocca